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La Turchia a un bivio

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Viaggio di Erdogan a San Pietroburgo “Sarà una visita storica, un nuovo inizio”.

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Viaggio di Erdogan a San Pietroburgo
“Sarà una visita storica, un nuovo inizio”. Con queste parole, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato il suo viaggio a San Pietroburgo, questo martedì, dove incontrerà il presidente russo,Vladimir Putin.

Dopo il fallito colpo di Stato del 15 luglio, si tratta del primo viaggio all’estero di Erdogan, amareggiato dal mancato sostegno degli “amici” occidentali.

La visita rientra nel quadro di un riavvicinamento tra i due Paesi, dopo il gelo seguito all’abbattimento di un caccia russo da parte dell’aviazione turca, lo scorso novembre.

Le quasi scuse di Erdogan per l’incidente dell’autunno scorso risalgono al 27 giugno. A circa due settimane dal fallito colpo di Stato:

Emre Ersen, analista politico:

“Putin è stato uno dei primi leader a chiamare Erdogan dando un sostegno incondizionato al governo turco eletto democraticamente”.

Le relazioni con l’Occidente
Mentre Stati Uniti e Unione europea almeno nelle prime ore che seguirono il colpo di Stato hanno come cercato evitato di prenderne le distanze, intente a valutare l’evolversi dei fatti. A rompere il silenzio Barack Obama che si è espresso a favore di un governo democraticamente eletto. A questo punto anche i capi di Stato europei hanno parlato.

Su questo punto, un’analisi interessante è quella di Paolo Mieli sul Corriere della Sera

Erdogan ha sentito cambiare il vento e si è affrettato a recuperare i rapporti con Mosca.
In effetti, prima della crisi diplomatica dello scorso autunno, Ankara e Mosca avevano legami piuttosto stretti, sul piano commerciale, turistico e energetico e miravano a raggiungere un volume di scambi commerciali di 100 miliardi di dollari entro il 2023.

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A San Pietroburgo, i due capi di Stato parleranno in modo particolare della crisi siriana, che vede Ankara e Mosca su posizioni diverse.

L’esito dell’incontro potrebbe avere forti ripercussioni anche sulla crisi dei profughi.

Crisi che preoccupa invece Bruxelles.

Lo scorso marzo, Turchia e Unione europea arrivarono a un accordo sui migranti che oggi Erdogan minaccia di sconfessare, ribadendo invece a più riprese di voler reintrodurre la pena di morte.

Pena di morte e negoziati Ue

Come ha fatto domenica a Istanbul dove, si sono radunati oltre 3 milioni di suoi sostenitori, stando ai giornali pro governativi.

“La sovranità risiede nel popolo e se il popolo vuole la pena di morte, i partiti politici devono assecondarne la volontà”.

“Su euronews trovi anche”: http://it.euronews.com/2016/08/07/a-istanbul-folla-oceanica-per-erdogan-popolo-vuole-pena-di-morte

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L’Unione europea su questo punto non transige: la pena capitale condurrebbe a un’immediata rottura dei negoziati di adesione con Ankara.

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