Entebbe è un nome che quarant’anni dopo dice ancora molto nella memoria collettiva israeliana, e il premier, Benyamin Netanyahu, ha celebrato l’anniversario nello stesso aeroscalo ugandese in cui suo
Entebbe è un nome che quarant’anni dopo dice ancora molto nella memoria collettiva israeliana, e il premier, Benyamin Netanyahu, ha celebrato l’anniversario nello stesso aeroscalo ugandese in cui suo fratello Yoni morì, unico soldato israeliano a cadere nell’assalto con cui furono liberati oltre 100 ostaggi tenuti sotto tiro da quattro terroristi. Era poco prima dell’alba del 4 luglio 1976.
“Quando il terrorismo ha successo in un posto, si estende ad altri posti, e quando è sconfitto in un luogo si indebolisce ovunque”, ha detto Netanyahu. “Per questo – ha aggiunto – Entebbe fu più di una vittoria israeliana, fu una vittoria per tutta l’umanità nella lotta contro quelli che minacciano la nostra civiltà e i nostri valori condivisi”.
Due terroristi del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e due tedeschi avevano dirottato il volo Tel Aviv-Parigi, alla ripartenza da uno scalo tecnico ad Atene. Lo fecero atterrare a Entebbe, dove fu intavolata una trattativa. I sequestratori liberarono alcuni ostaggi, trattenendo israeliani ed ebrei. Poi, grazie anche alle informazioni date dagli ostaggi liberati, scattò l’assalto. Rimasero uccisi i terroristi, tre ostaggi e un soldato, il fratello di Netanyahu.