È salito a 350 il numero delle vittime del terremoto di magnitudo 7,8 che ha colpito l’Ecuador la sera del 16 aprile. Un bilancio destinato a salire
È salito a 350 il numero delle vittime del terremoto di magnitudo 7,8 che ha colpito l’Ecuador la sera del 16 aprile. Un bilancio destinato a salire ha detto il presidente Rafael Correa che ha dichiarato lo stato d’emergenza.
Acabo de firmar decreto de excepción y movilización nacional. País en emergencia. Hoy más unidos que nunca.
— Rafael Correa (@MashiRafael) 17 aprile 2016
Hemos activado líneas de…
Diecimila soldati e 3.500 poliziotti sono impegnati nella ricerca dei superstiti e per offrire aiuti alla popolazione. L’epicentro è stato registrato a 20 chilometri di profondità nell’oceano Pacifico. Pedernales è una delle città più colpite insieme a Portoviejo, nel nordovest del Paese.
“Non ho dormito la scorsa notte e non sarò in grado di farlo neanche stanotte, sono disperata, ancora non so che fine abbiano fatto i miei cari”, dice una residente di Pedernales.“Non avremo mai immaginato che una cosa del genere potesse accadere. Le nostre famiglie sono preoccupate, tutto questo è orribile”, aggiunge un’altra. “La città di Portoviejo è quasi deserta. Non c‘è elettricità, mancano i servizi di base”, dice un soccorritore.
È il più forte terremoto in Ecuador dal 1979. Dal 1900 a oggi ci sono stati diversi sismi di magnitudo elevata perché il Paese si trova tra due placche tettoniche in movimento. Nel marzo 1987 morirono oltre mille persone.