Duecento dei maggiori imprenditori britannici si schierano contro il "Brexit"

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L’ipotesi “Brexit” non piace ad almeno un terzo dei maggiori imprenditori britannici, preoccupati che un’uscita del Paese dall’Unione europea metta a

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L’ipotesi “Brexit” non piace ad almeno un terzo dei maggiori imprenditori britannici, preoccupati che un’uscita del Paese dall’Unione europea metta a rischio crescita e posti di lavoro.

La lettera, firmata da poco meno di duecento tra i più importanti uomini d’affari del Regno Unito, è stata pubblicata sul Times ed è una manna per il premier Cameron, schierato a favore della permanenza nell’Unione al referendum del 23 giugno.

“Tre milioni di posti di lavoro dipendono dal commercio con l’Europa – ha detto il premier – e certamente non tutti andrebbero in fumo se lasciassimo il blocco. E’ chiaro che continueremmo a fare affari con l’Europa. Ma potremmo davvero giurare che quei posti sarebbero al sicuro? Che non ne avremmo alcuno svantaggio? Non credo”.

Sul fronte opposto, il popolare sindaco di Londra, Boris Johnson, ha ricordato che anche quando il Paese scelse di non adottare l’euro, c’era chi sosteneva si trattasse di un errore.

“Oggi – ha detto – abbiamo l’opportunità di concludere accordi che permetterebbero alla Gran Bretagna di essere al centro degli scambi globali. E’ questo il futuro che voglio”.

Ma l’eventualità del Brexit spaventa anche gli investitori. Lunedì, la sterlina ha subito la perdita giornaliera più netta negli ultimi sei anni.

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