Tanti nodi da sciogliere e in poco tempo a Parigi per giungere a un accordo sul clima. Tra le criticità i trasferimenti finanziari nei Paesi in via
Tanti nodi da sciogliere e in poco tempo a Parigi per giungere a un accordo sul clima. Tra le criticità i trasferimenti finanziari nei Paesi in via di sviluppo e gli obiettivi a lungo termine sulla limitazione del riscaldamento globale.
Ma a Le Bourget prevale l’ottimismo: “Tutti gli elementi per siglare un buon accordo sono ancora sul tavolo, ma dobbiamo fare pressione ed è per questo che abbiamo bisogno della società civile e delle ong. E poi servono i leader, capi di Stato che non stiano semplicemente a guardare da lontano una volta esaurita la loro partecipazione al vertice, abbiamo bisogno che facciano telefonate, cerchino compromessi per poter dire alla fine: abbiamo raggiunto l’obiettivo e ora andiamo avanti”, dice Pascal Canfin, consulente per il clima al WRI, World Ressources Institute.
I 195 Paesi rappresentati a Parigi hanno fino all’11 dicembre per arrivare a un accordo giuridicamente vincolante.
“Se il nuovo progetto di accordo ci mette più tempo del previsto ad arrivare, la speranza regna ancora a Le Bourget dove continuano i lavori del vertice Cop 21. Per i partecipanti questa bozza di documento è un passaggio cruciale, l’ultimo verso l’adozione di un accordo definitivo”, spiega Grégoire Lory, inviato di euronews a Parigi.