Non soltanto il governo, anche i cittadini iracheni protestano contro la presenza di soldati turchi nel nord del Paese: a Baghdad, di fronte
Non soltanto il governo, anche i cittadini iracheni protestano contro la presenza di soldati turchi nel nord del Paese: a Baghdad, di fronte all’ambasciata turca, circa 400 persone hanno chiesto il ritiro dei militari, che vicino Mosul addestrano i combattenti anti-Isil. Domenica il governo aveva dato ad Ankara un ultimatum di 48 ore.
“Se non rispondono alle nostre richieste ritirando le loro forze che ci invadono – afferma un manifestante – chiederemo il boicottaggio dei beni turchi e la rottura delle relazioni politiche ed economiche con la Turchia”.
La Turchia ha fatto sapere di aver cessato di inviare soldati, ma che non ritirerà il contingente. Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha affermato di voler visitare presto Baghdad per chiarirsi con la controparte e ha ribadito che la presenza turca è stata richiesta dalle autorità locali.
“Come ha dichiarato il presidente del Kurdistan iracheno Barzani – sostiene Davutoglu – i peshmerga addestrati dai soldati turchi hanno contribuito a riconquistare Sinjar e questi combattenti curdi, turkmeni, e arabi del nord dell’Iraq sono addestrati dai nostri soldati. La richiesta del programma di addestramento è arrivata dal governatore di Mosul e il ministro dell’Interno iracheno lo sapeva”.
Il primo ministro iracheno Haider al-Abadi ha chiesto alla Nato di convincere la Turchia a ritirare le truppe da Bashiqa, vicino Mosul, dove per Ankara i soldati arrivati la scorsa settimana facevano parte di una “normale rotazione di truppe”.
PM Al-Abadi spoke with NATO Sec Gen to discuss presence of Turkish troops. Mr. Stoltenberg affirmed NATO's commitment to Iraqi sovereignty
— Haider Al-Abadi (@HaiderAlAbadi) 8 Décembre 2015