La strada nazionale resta chiusa all'altezza di Nikaia a Larissa. Gravi incidenti con la polizia nel primo giorno di mobilitazione
Gli agricoltori greci hanno intensificato le loro proteste contro l’aumento dei costi di produzione, i prezzi bassi e i ritardi nei pagamenti dell’Opekepe, l’Organismo greco per i pagamenti di sussidi agricoli e fondi europei, che gestisce sostegni e compensazioni per gli agricoltori del Paese.
Lunedì, la strada nazionale Atene-Salonicco rimane chiusa all’altezza di Nikaia, nella regione di Larissa, dove i trattori degli agricoltori della Tessaglia sono allineati dalla domenica a mezzogiorno.
La presenza degli agricoltori e delle associazioni agricole è aumentata nel corso della mattinata, con altri mezzi in arrivo per rinforzare il blocco. La polizia stradale devia il traffico su percorsi alternativi per limitare i disagi alla circolazione.
Trattori degli agricoltori di Karditsa bloccano anche l’autostrada E65. Gli agricoltori hanno dichiarato la loro intenzione di mantenere il blocco fino all’individuazione di soluzioni concrete, e lunedì pomeriggio è prevista una riunione per definire le prossime mosse.
Blocchi sono programmati anche allo svincolo di Megalochori e dai contadini di Trikala mercoledì prossimo. Inoltre, un blocco è atteso nella parte orientale di Salonicco, con gli agricoltori già radunati al casello di Malgara.
Il primo giorno di mobilitazione, domenica, ha registrato gravi incidenti a Nikaia e Platykampos, quando i contadini hanno tentato di avvicinarsi alla Strada Nazionale. Gli scontri con la polizia antisommossa hanno provocato due contadini e due poliziotti feriti.
Sono stati utilizzati agenti chimici e flash bang, e sono stati effettuati tre arresti: due a Platykampos, per violenza contro funzionari, danneggiamento e resistenza, e uno a Nikaia, per lesioni personali e resistenza.
Alle 10:30 di lunedì, presso il tribunale di Larissa, gli agricoltori del blocco di Nikaia hanno rinnovato la loro protesta davanti all’edificio della Direzione della Polizia di Larissa, chiedendo il rilascio dei tre colleghi arrestati, in attesa delle accuse nell’ambito della procedura dell’Autoforo.