Terrorismo: la Francia chiede l'aiuto internazionale

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Di Cecilia Cacciotto
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I raid francesi contro obiettivi di Daesh in Siria si sono intensificati in questi ultimi giorni. A fine settembre Parigi si era unita alla

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I raid francesi contro obiettivi di Daesh in Siria si sono intensificati in questi ultimi giorni.

A fine settembre Parigi si era unita alla coalizione internazionale che conduceva gli attacchi aerei contro lo Stato islamico. Una scelta gravida di conseguenze, cui il Paese non può più sottrarsi.

I caccia francesi avevano effettuato 5 bombardamenti fino a venerdì scorso.

Gli attentati, del 13 novembre, hanno cambiato tutto. Una coalizione internazionale di ampio raggio è adesso auspicata.

Lunedì, di fronte alle due camere del parlamento, riunite in seduta comune, il presidente francese François Hollande ha invocato l’aiuto internazionale.

“Bisogna unire tutti coloro che possono veramente combattere questa forma di terrorismo nel quadro di una grande coalizione. Con questo spirito incontrerò nei prossimi giorni il presidente Obama e il presidente Putin”.

Va da sé, che l’emergenza terrorismo ha reso il presidente russo un interlocutore imprescindibile. Vladimir Putin che in Siria ha inviato da settimane uomini e armi per difendere il regime di Bashar Al Assad.
E quattro giorni dopo gli attentati di Parigi, dava ordini per coordinarsi con i francesi, in attesa della portaerei Charles de Gaulle.

“Presto arriverà una portaerei, dobbiamo stabilire quanto prima un contatto con i francesi e cooperare con loro come alleati”.

Se le operazioni russe condotte finora erano volte a sostenere l’alleato Bashar al Assad, adesso, la conferma che all’origine dell’incidente dell’airbus, caduto nella penisola del Sinai lo scorso 31 ottobre, ci sia il gruppo terrorista, (che ha rivendicato l’attentato), aggiunge all’intervento russo il carattere dell’obbligatorietà.

“Non ci daremo limiti di tempo, li scoveremo uno per uno, ovunque si nascondano, ne conosceremo i singoli nomi e li puniremo”.

Anche la Turchia ha intensificato le proprie operazioni contro lo Stato Islamico, dal luglio scorso, e ha aperto le proprie basi ai caccia della coalizione internazionale.
Proprio questo mercoledì, Turchia e americani hanno annunciato di condurre operazioni congiunte lungo i 100 chilometri di frontiera turco-siriana, ancora sotto il controllo di Daesh.

Se finora è rimasta defilata, la Gran Bretagna di David Cameron si prepara a caricare le proprie armi contro Lo Stato islamico. Il premier britannico chiederà l’autorizzazione al parlamento nelle prossime ore d’intervenire in Siria.

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