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La crisi in Macedonia minaccia il fragile equilibrio nei Balcani

La crisi in Macedonia minaccia il fragile equilibrio nei Balcani
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Di Salvatore Falco
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L’Unione europea cerca di evitare un’altra emergenza ai suoi confini, mentre Russia e Serbia non escludono un peggioramento della situazione. Le

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L’Unione europea cerca di evitare un’altra emergenza ai suoi confini, mentre Russia e Serbia non escludono un peggioramento della situazione. Le tensioni in Macedonia (FYROM) minacciano la stabilità dei Balcani occidentali.

Un film già visto nel 2001 nell’ex Repubblica iugoslava, quando si rischiò la guerra civile. Per l’Occidente la minoranza albanese reclama i suoi diritti, per Belgrado e Mosca tenta di formare la Grande Albania.

Nel 2001, i governi occidentali avevano fermato gli scontri etnici e la disputa con la Grecia sul nome della nuova Repubblica con la prospettiva dell’adesione all’Unione europea.

Quattrodici anni dopo, la “grave preoccupazione” di Bruxelles resta immutata e in un documento si denuncia “il deterioramento dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali e della libertà di stampa”.

L’opposizione socialdemocratica chiede le dimissioni del primo ministro conservatore, Nikola Gruevski, accusato di aver falsificato le elezioni e di aver utilizzato i servizi segreti per spiare almeno 20mila persone.

Sono state proprio le rivelazioni di una serie di registrazioni di conversazioni telefoniche che coinvolgono alti funzionari del governo a far esplodere la rabbia. I vertici dello Stato discutevano al telefono di brogli durante le ultime elezioni, ma anche di come coprire degli omicidi.

L’opposizione accusa il governo macedone di essere la mente anche degli scontri di Kumanovo. La città del nord della Macedonia è stata teatro di un conflitto a fuoco che ha provocato 22 morti fra le forze di sicurezza e un gruppo di uomini armati che il governo ha descritto come terroristi albanesi provenienti dal vicino Kosovo.

Il primo effetto della crisi è la fuga dei civili dalla violenza e le file di auto alla frontiera con la Serbia. Belgrado accusa Bruxelles di tollerare eccessivamente il comportamento della comunità albanese e Mosca denuncia una manovra occidentale contro un governo che non aderisce alle sanzioni contro la Russia.

La Macedonia, nel corso degli ultimi anni, si è trovata isolata tra Balcani e Occidente. L’Unione europea ha perso l’opportunità di farsi promotrice del cambiamento e, dopo 14 anni dall’ultima crisi, la Serbia torna a rafforzare la sua presenza militare al confine.

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