Alta velocità spagnola. Il sogno diventato incubo

Alta velocità spagnola. Il sogno diventato incubo
Di Euronews
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Treni moderni, confortevoli e rapidi. Appena 20 anni fa erano un sogno in Spagna. Poi il Paese ha deciso di costruire la sua prima linea ad alta velocità che collega la capitale Madrid a Siviglia, in Andalusia. È il 1992.

Da allora la Spagna ha sviluppato una rete ferroviaria ad alta velocità di 3100 chilometri e ha trasportato 23 milioni di passeggeri all’anno. I treni viaggiano a una velocità media di 220 chilometri orari. Si tratta della più imponente rete ferroviaria di questo tipo dopo quella cinese.

Malgrado la crisi economica infatti la Spagna è riuscita a inaugurare due nuove linee quest’anno. A gennaio iniziano i collegamenti della linea Barcellona – Figueres, prossima alla frontiera con la Francia. Questo permette il collegamento internazionale ad alta velocità con Parigi. Appena sei mesi più tardi è la linea Alicante-Madrid a entrare in servizio. La Spagna quintuplica così il numero di chilometri serviti dall’alta velocità. Durante questo periodo il numero di città toccate da questo servizio passa da 7 a 31.
La rete galiziana ad alta velocità non è ancora terminata, come del resto quella di Madrid. Dal 2001 però il tratto Ourense-Santiago di Compostela- La Corugna è operativo.

Ed è proprio su questa linea che si è verificato l’incidente. Precisamente nella località di Angrois, in una curva del tracciato, dove un convoglio dovrebbe viaggiare a circa 80 chilometri orari. Il treno invece, andava al doppio della velocità consentita: 190 all’ora. Si trattava di un treno Alvia S730 che raggiunge punte di 240 chilometri orari.

Erano le 20,42. Due minuti più tardi il convoglio avrebbe dovuto entrare in stazione.

Abbiamo raggiunto Ricard Riol, a Barcellona, ingegnere delle opere pubbliche e Presidente dell’Associazione per la promozione del Trasporto pubblico.

Euronews:
E’ troppo presto per trarre conclusioni sull’incidente, ma alcune circostanze sembrano essere abbastanza chiare. Il treno deragliato è un convoglio ad alte prestazioni, ma non è un Ave. Quali sono le differenze rispetto a un treno ad alta velocità?

Ricard Riol:
Semplicemente raggiunge una velocità massima inferiore a quella di un AVE, che può arrivare fino a 250km/h e ha la particolarità di poter circolare su linee ad alta velocità e linee convenzionali.

Euronews:
Come è possibile che il treno sia entrato in quel punto preciso del tracciato, così vicino alla stazione di Santiago di Compostela, a 190km/h?

Ricard Riol:
In una linea ad alta velocità non è possibile, come ad esempio nella tratta Madrid-Barcellona o Madrid-Siviglia. Ma su questa linea, i treni che accedono a Santiago di Compostela non sono sorvegliati in permanenza dal sistema di segnalazione. Vengono controllati solo in alcuni punti.

Euronews:
E’ un sistema automatico?

Ricard Riol:
E’ un sistema automatico che controlla il treno soltanto quando passa di fronte a sensori sulla via ferrata, mentre in una linea ad alta velocità il sistema è monitorato in permanenza via radio da una centrale di controllo in modo che la velocità massima sia sempre inferiore a quella consentita.

Euronews:
Quando il sistema di sorveglianza funziona, cosa succede se il treno supera la velocità consentita?

Ricard Riol:
In un sistema di monitoraggio continuo, come il sistema europeo RTMS, i treni che superano la velocità massima consentita vengono automaticamenti fermati. E’ un meccanismo che esiste su ogni linea ad alta velocità. Questo sistema è presente anche sulla linea dove è avvenuto l’incidente nella tratta tra Orense e Santiago di Compostela. Scompare tre o quattro chilometri prima della stazione a favore di un sistema di cui sono equipaggiate solo le linee convenzionali. Ed è in assenza di questo sistema che si è prodotto l’incidente.

Euronews:
Secondo lei la curva in cui si è verificato l’incidente ha potuto aggravarne il bilancio? E’ normale che ci sia una curva di quel genere su una tratta ad alta velocità?

Ricard Riol:
Bé, la curva si spiega perché la linea si avvicina a un centro abitato. Esistono tratte ad alta velocità con queste curve, proprio per avvicinare il treno ai punti di richiesta. E’ grave che questa curva non sia protetta da un sistema di segnalazione continuo in modo da controllare il treno non solo in determinati punti.
Il problema non è il tracciato, ma forse il sistema di segnalazione sul tracciato. Ovviamente è il sistema di sicurezza a doversi adattare, a dover essere flessibile a qualunque tipo di tracciato. Perché oltre ai tracciati in linea retta, dove il treno può avanzare velocemente, il treno ad alta velocità deve potersi collegare alla rete convenzionale, deve avvicinarsi ai centri abitati per poter essere utile. Quindi la questione non è avere una linea diritta, ma una linea sicura tra l’inizio e la fine della tratta.

Euronews:
Gli organismi coinvolti nella gestione del servizio ferroviario in Spagna hanno aperto un’indagine. Secondo lei sarà sufficiente?

Ricard Riol:
Credo che debba essere aperta anche un’inchiesta indipendente che non faccia riferimento al Ministero delle Infrastrutture, in modo da confrontare i risultati e capire quali errori hanno portato a questa tragedia. Difficilmente nelle ferrovie un incidente è causato da un solo errore, piuttosto è il frutto di una serie di errori. Per questo deve esserci un’indagine indipendente, come nel caso del treno di Limoges, a Parigi, per risalire alle responsabilità e migliorare i sistemi di protezione automatici.

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Euronews:
La Spagna è il secondo paese al mondo per chilometri di linea ferroviaria ad alta velocità. Crede che dopo questo incidente si debba riconsiderare la concezione di questa infrastruttura?

Ricard Riol:
Il primo obiettivo di un sistema ferroviario, che sia ad alta velocità o no, è la sicurezza dei passeggeri. Di conseguenza sarà necessario rivedere i protocolli, soprattutto di segnalazione, in progetti attuali già eseguiti ma anche in quelli nuovi ancora in fase di realizzazione. Se è necessario fermare la costruzione di nuove linee finché non ci siano nuovi protocolli, facciamolo. L’importante è che il treno continui a essere il mezzo di trasporto di terra più sicuro.

Euronews:
Ricard Riol, ingegnere per le opere pubbliche, grazie per le sue spiegazioni.

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