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Dovremmo smettere di mangiare pollo e uova a causa dell'influenza aviaria?

Immagine di uova fritte, (Immagine d'archivio)
Immagine di uova fritte, (Immagine d'archivio) Diritti d'autore  Copyright 2025. The Associated Press. All rights reserved
Diritti d'autore Copyright 2025. The Associated Press. All rights reserved
Di Jesús Maturana
Pubblicato il
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La Spagna sta facendo i conti con un'epidemia di aviaria che ha costretto al confinamento di tutto il pollame all'aperto e all'abbattimento di 2 milioni e mezzo di animali. Come si diffonde all'uomo, è davvero pericolosa e bisogna evitare pollo e uova? Ecco cosa c'è da sapere

La scorsa settimana la Spagna ha confinato tutto il pollame all'aperto a fronte di 14 focolai di influenza aviaria che hanno costretto all'abbattimento di 2,5 milioni di animali. Un ritorno della malattia avicola che preoccupa la Spagna e, in modo particolare, i consumatori di uova e carne di pollo.

Ma come fa un essere umano a contrarre l'influenza aviaria? La risposta non è semplice: la trasmissione all'uomo può avvenire, seppure sia complicata. Perché una persona si infetti è necessario un contatto diretto e ravvicinato con uccelli o animali infetti, vivi o morti, o con ambienti contaminati dalle loro secrezioni.

La trasmissione può avvenire in due modi: direttamente, inalando il virus, o indirettamente, toccandosi gli occhi o il naso con mani contaminate dopo essere stati a contatto con uccelli infetti, modalità a cui eravamo abituati ai tempi della pandemia da Covid-19.

Mentre i focolai si diffondono molto rapidamente tra gli animali, non è così per l'uomo. La malattia non si trasmette facilmente da persona a persona. Tuttavia, esiste un chiaro gruppo a rischio: i dipendenti del settore avicolo hanno le maggiori probabilità di essere infettati a causa della loro costante esposizione ai volatili.

Quanto è pericolosa l'influenza aviaria per l'uomo?

Il pericolo dell'influenza aviaria varia notevolmente da caso a caso. Susana Monge, componente del gruppo di lavoro sulla sorveglianza della salute pubblica della Società spagnola di epidemiologia, spiega all'agenzia di stampa EFE che, trattandosi di un virus respiratorio, "lo spettro clinico è molto vario".

Ciò significa che una persona infetta può essere completamente asintomatica o presentare sintomi da lievi a gravi: congiuntivite (casi lievi), raffreddore (casi moderati) o polmonite (casi gravi).

Il vero pericolo, secondo gli esperti, non sta tanto nel virus vero e proprio, quanto in ciò che potrebbe accadere se mutasse. Monge avverte che uno dei rischi maggiori è che nella stessa persona "coesistano virus dell'influenza aviaria e stagionale, ed entrambi potrebbero ricombinarsi". Se ciò dovesse accadere, i due virus potrebbero scambiarsi parti del genoma e dare origine a un nuovo virus potenzialmente più pericoloso.

Per questo motivo è fondamentale che i lavoratori del settore avicolo siano vaccinati contro l'influenza stagionale, riducendo così la possibilità che i due virus coincidano nella stessa persona.

Protezione e prevenzione: quali misure adottare?

Per i lavoratori del settore, le misure di protezione sono rigorose. Devono "indossare sempre dispositivi di protezione con tute, maschere, stivali e occhiali". Le aziende, da parte loro, devono attuare misure collettive, come garantire un'adeguata ventilazione degli allevamenti.

Per quanto riguarda la vaccinazione, Monge chiarisce che "l'ultimo passo è la vaccinazione" e che attualmente esistono vaccini testati contro l'influenza aviaria, ma sono riservati a possibili focolai, non a un uso generalizzato.

Possiamo mangiare uova e carne di pollo?

Questa è probabilmente la domanda più frequente tra la popolazione, e la risposta è schietta: non dovremo smettere di mangiare uova o carne di pollo.

Víctor Briones, professore di salute animale all'Universidad Complutense de Madrid, ha commentato che le elevate misure di sicurezza negli allevamenti di polli di oggi garantiscono che nessun prodotto contaminato raggiunga il consumatore. Il motivo è semplice: quando viene individuato un focolaio in un allevamento, tutti gli animali dell'azienda vengono abbattuti, quindi il pollame infetto non raggiunge la catena alimentare.

José María Eiros, direttore del Centro Nazionale dell'Influenza di Valladolid, è ancora più categorico: "il consumo di cibo non porta alla diffusione dell'influenza aviaria". Entrambi gli esperti concordano sul fatto che "non è necessario limitare il consumo" di questi prodotti.

Il governo ha ordinato il confinamento di tutto il pollame allevato all'aperto in seguito al rilevamento di 14 focolai in allevamenti professionali (sette in Castilla y León, tre in Castilla-La Mancha, due in Andalusia, uno in Estremadura e uno a Madrid), che hanno portato all'abbattimento di 2,5 milioni di animali. La misura mira a prevenire ulteriori contagi in vista di un possibile peggioramento della situazione.

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