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Meta nel mirino dell’Antitrust: indagine in Italia sull'integrazione forzata dell’Ai su WhatsApp

Chris Cox, Chief Product Officer di Meta, parla alla LlamaCon 2025, una conferenza per sviluppatori di AI, a Menlo Park, California, il 29 aprile 2025. (Foto AP/Jeff Chiu, file)
Chris Cox, Chief Product Officer di Meta, parla alla LlamaCon 2025, una conferenza per sviluppatori di AI, a Menlo Park, California, il 29 aprile 2025. (Foto AP/Jeff Chiu, file) Diritti d'autore  AP Photo
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Di Alice Carnevali
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L’Autorità antitrust italiana indaga su Meta per abuso di posizione dominante: l’integrazione del suo chatbot Ai su WhatsApp potrebbe violare le norme Ue sulla concorrenza

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L'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha avviato un'indagine su Meta, sostenendo che il gigante tecnologico sta di fatto obbligando gli utenti di WhatsApp a utilizzare i suoi strumenti di intelligenza artificiale (Ai).

L'Authority ha accusato Meta di aver violato le leggi dell'Unione europea in materia di concorrenza integrando il suo chatbot di intelligenza artificiale nella sua app di messaggistica WhatsApp, abusando potenzialmente della sua "posizione dominante" sul mercato per promuovere i propri servizi di intelligenza artificiale.

"A partire da marzo 2025, Meta, che detiene una posizione dominante nel mercato dei servizi di comunicazione basati su app, ha deciso di preinstallare il proprio servizio di intelligenza artificiale sull'app WhatsApp", ha scritto l'Agcm in un comunicato.

"Così facendo, Meta potrebbe 'imporre' ai propri utenti l'utilizzo dei propri chatbot e servizi di assistenza Ai", ha proseguito l'Antitrust.

L'Agcm ha affermato che, collegando Meta Ai a WhatsApp, Meta sembra indirizzare i propri utenti verso il mercato dell'Ai non attraverso una concorrenza leale, ma costringendo i due servizi a unirsi, in violazione del diritto dell'Ue.

Martedì i funzionari dell'antitrust hanno ispezionato gli uffici italiani di Meta.

Le preoccupazioni per i modelli di Ai di Meta non sono uniche in Italia: l'autorità irlandese per la protezione dei dati sta esaminando l'uso dei dati degli utenti.

Lo strumento di intelligenza artificiale del gigante tecnologico ha sollevato preoccupazioni a Bruxelles. Meta ha lanciato i suoi modelli di intelligenza artificiale in Europa all'inizio di quest'anno, dopo un ritardo dovuto a "incertezza normativa".

Nel frattempo, a marzo la Commissione europea, l'organo esecutivo dell'Ue, ha avviato un'indagine per verificare se lo strumento di intelligenza artificiale di Meta rientri nell'ambito di applicazione del Digital services act (Dsa).

Meta è proprietaria di diverse importanti piattaforme di social media e messaggistica, tra cui Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger.

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