Secondo un nuovo rapporto della Stanford University, la corsa all'intelligenza artificiale è "più serrata che mai". Stati Uniti e Cina non sono gli unici Paesi ad investire nell'AI
Mentre la corsa globale per il primato nell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) si fa sempre più serrata: nuovi dati mostrano che lo scenario competitivo si sta ampliando. Gli Stati Uniti restano in testa, ma la Cina accorcia le distanze e l’Europa inizia a guadagnare terreno. È quanto emerge dall’Artificial Intelligence Index Report 2025 pubblicato dalla Stanford University.
Secondo il rapporto, nel 2024 le istituzioni statunitensi hanno prodotto 40 modelli di IA generativa considerati significativi, mentre la Cina ne ha sviluppati 15 e l’Europa tre.
In due parametri fondamentali di valutazione delle prestazioni, i modelli cinesi hanno raggiunto quasi la parità con quelli statunitensi. Si tratta del Massive Multitask Language Understanding (Mmlu), che misura la comprensione linguistica e la capacità di risolvere problemi, e dell’HumanEval, quest'ultimo per valutare le abilità di programmazione dell’IA.
"La gara è più aperta che mai. Nessuno ha un vantaggio netto", sottolineano gli autori del report.
Il confronto tra i Paesi si svolge non solo sul piano tecnico, ma anche su quello geopolitico. I leader mondiali concordano sul fatto che dominare il settore dell’IA sarà cruciale in futuro per la sicurezza nazionale e per il progresso nei settori sanitario, economico e tecnologico.
Intanto, le big tech come OpenAI, Google, Anthropic, xAI e la cinese DeepSeek si contendono la leadership nella costruzione dei modelli più avanzati.
La Cina accelera, gli Usa consolidano
Quando ChatGPT di OpenAI è diventato virale alla fine del 2022, solo OpenAI e Google disponevano di una tecnologia di intelligenza artificiale pionieristica. Ma oggi altre aziende statunitensi, come Meta, xAI di Elon Musk e Anthropic, stanno recuperando terreno.
Un altro benchmark ha mostrato che il modello cinese DeepSeek R1 è il più vicino ai modelli di OpenAI e Google.
DeepSeek ha scatenato polemiche a gennaio quando è stato lanciato R1, un modello di intelligenza artificiale (AI) e un chatbot che, secondo l'azienda, era più economico e funzionava altrettanto bene del modello ChatGPT rivale di OpenAI.
Nel 2024, le aziende che hanno contribuito maggiormente allo sviluppo dei modelli di GenAI sono state: OpenAI con 7 modelli, Google 6 modelli, Alibaba (Cina) 4 modelli e Mistral AI (Francia) 3 modelli.
La Cina avanti nei brevetti
Un altro indicatore del rafforzamento della posizione cinese è rappresentato dal numero di brevetti sull’intelligenza artificiale. A partire dal 2023, la Cina detiene quasi il 70 per cento di tutte le nuove concessioni, superando di gran lunga gli Stati Uniti.
Seguono Corea del Sud e Lussemburgo, che si distingue anche come primo Paese per numero di brevetti IA pro capite.
Il rapporto di Stanford segnala inoltre che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è sempre più globale, con nuovi modelli emergenti anche dal Medio Oriente, dall’America Latina e dal Sud-Est asiatico.