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L'Ue deve aumentare la pressione sulla Russia, secondo i ministri della Nato

Il ministro degli Esteri lituano Kestutis Budrys presso la sede della Nato a Bruxelles
Il ministro degli Esteri lituano Kestutis Budrys presso la sede della Nato a Bruxelles Diritti d'autore  AP Photo/Virginia Mayo
Diritti d'autore AP Photo/Virginia Mayo
Di Alice Tidey
Pubblicato il
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I colloqui tra Stati Uniti e Russia per porre fine alla guerra in Ucraina si sono conclusi martedì senza alcun passo avanti, ma Putin si dice pronto a una guerra con l'Europa. I leader della Nato dicono di voler aumentare la pressione sul Cremlino

I leader europei hanno chiesto mercoledì di aumentare la pressione su Mosca dopo i colloqui tra Stati Uniti e Russia, durante i quali Vladimir Putin sembra non aver fatto alcuna concessione per porre fine al conflitto in Ucraina.

"Fino a quando non vedrò qualcosa di diverso, continuerò a trarre la conclusione che la Russia non vuole la pace", ha dichiarato ai giornalisti la svedese Maria Malmer Stenegard al suo arrivo a una riunione dei ministri degli Esteri della Nato.

L'Ue ritiene che Putin non voglia la pace

"Per questo motivo dobbiamo attenerci al piano in due punti - aumentare il sostegno all'Ucraina e aumentare la pressione sulla Russia - e dobbiamo colpirla dove fa più male, ovvero sui proventi del petrolio e del gas", ha aggiunto.

Il vertice ministeriale della Nato, disertato dal segretario di Stato americano Marco Rubio, arriva un giorno dopo l'incontro tra Putin e l'inviato speciale di Donald Trump Steve Witkoff assieme al genero del presidente americano Jared Kushner.

L'ultima tornata di colloqui è avvenuta dopo la fuga di notizie su una nuova proposta di piano di pace elaborata da Washington e Mosca che ha suscitato critiche da parte ucraina ed europea per la sua inclinazione fortemente filorussa.

Ne è nata una nuova raffica di contatti diplomatici in tutta Europa, con i negoziatori ucraini che si sono incontrati anche con Witkoff per perfezionare il piano prima dell'incontro con Mosca.

La Russia definisce "costruttivi" i colloqui con Witkoff e Kushner

I ministri degli Esteri riuniti a Bruxelles mercoledì hanno dichiarato di non aver ancora ricevuto un resoconto dei colloqui, che il Cremlino ha definito "costruttivi", ma di ritenere che Putin sembra essersi attenuto alla sua solita tattica dilatoria.

Da quando Trump ha riaperto i canali di comunicazione con Putin a febbraio, i rappresentanti statunitensi e russi hanno tenuto diversi cicli di negoziati e i due uomini si sono incontrati in estate in Alaska. Un secondo vertice di questo tipo è stato però annullato da Washington dopo che la Russia si è impuntata sulle sue richieste massimaliste.

"Vediamo che gli Stati Uniti sono impegnati nel processo, che fanno sforzi diplomatici per raggiungere una pace duratura", ha dichiarato ai giornalisti il lituano Kęstutis Budrys al suo arrivo a una riunione dei ministri degli Esteri della Nato.

"Ciò che non è cambiato in questo semestre è la posizione della Russia", ha detto. "Non sono assolutamente interessati né al cessate il fuoco né a un accordo di pace, e continuano a fare quello che stanno facendo. Per noi questo è il motivo per preparare i fondi per l'Ucraina per il prossimo anno".

Continua la contesa sul prestito di riparazione per l'Ucraina

La finlandese Elina Valtonen ha fatto eco all'analisi, affermando ai giornalisti che "finora non abbiamo visto alcuna concessione da parte dell'aggressore, che è la Russia".

Il ministro estone, Margus Tsahkna, si è detto d'accordo: "Dal nostro punto di vista, quello che vediamo è che Putin non ha cambiato alcun obiettivo: ecco perché il modo di porre maggiori restrizioni all'Ucraina è il modo sbagliato. In realtà dobbiamo fare più pressione sulla Russia", ha detto. "È proprio di questo che discuteremo oggi".

Tutti e tre i Paesi sono favorevoli all'utilizzo di una parte dei circa 200 miliardi di euro di beni congelati della Banca centrale russa per creare un cosiddetto "prestito di riparazione" per fornire finanziamenti all'Ucraina nei prossimi due anni. La proposta, avanzata a livello europeo, è stata bloccata dal Belgio, dove è attualmente custodita la maggior parte degli asset.

Per l'estone Tsahkna, lo schema è la "leva" che l'Europa ha per "mettersi effettivamente intorno al tavolo per negoziare che tipo di accordo ci sarà in futuro". "Putin non può decidere su di noi. E anche gli Stati Uniti non possono prendere decisioni al posto nostro", ha affermato.

Il Belgio conferma il no: "È la peggiore opzione”

Ma Maxime Prévot, ministro degli Esteri belga, ha ribadito l'opposizione del suo Paese al prestito di riparazione, descrivendolo come "la peggiore" opzione sul tavolo che "comporta rischi economici, finanziari e legali conseguenti".

"Non stiamo cercando di inimicarci i nostri partner o l'Ucraina; stiamo semplicemente cercando di evitare conseguenze potenzialmente disastrose per uno Stato a cui viene chiesto di mostrare solidarietà senza ricevere in cambio la stessa solidarietà", ha aggiunto.

La Commissione europea dovrebbe pubblicare mercoledì la sua proposta legale sulle opzioni precedentemente individuate per finanziare le esigenze dell'Ucraina, compreso il prestito per le riparazioni.

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