Conferenza internazionale Osce a Roma sul femminicidio organizzata con il governo italiano. Si è discusso di prevenzione, tutela delle vittime e nuove norme europee sulla violenza di genere. L’Istat ha diffuso nuovi dati: oltre 6,4 milioni di donne in Italia hanno subito violenze
L’incontro sul femminicidio promosso dall’Osce e dalla presidenza del Consiglio ha visto la partecipazione di numerose figure istituzionali. Oltre alla ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella e il ministro della Giustizia Carlo Nordio, sono intervenuti anche Hadja Lahbib, la Commissaria Ue per la Parità, Reem Aslalem, Relatrice speciale sulla violenza contro le donne e le ragazze Onu, e Francesco Maria Chelli, presidente dell’Istat.
Una conferenza tenutasi presso l’Aula dei Gruppi parlamentari alla Camera dei Deputati, che arriva a pochi giorni dal 25 Novembre, la Giornata contro la violenza sulle donne e che riflette l’mpegno dell’Italia e dell’Osce per la promozione della parità di genere e la tutela dei diritti umani.
Alla sessione di apertura mattutina sono poi seguiti nel pomeriggio, una serie di panel tecnici sul fenomeno del femminicidio nel mondo, sulla protezione delle vittime e sulla tratta di esseri umani.
Parità di genere e Commissione europea
La parità di genere rappresenta uno dei temi fondamentali dell’azione politica della Commissione europea. Tra gli obiettivi della “Strategia 2020-25”, rientrano non solo la fine alla violenza di genere, ma anche la necessità di colmare il divario di genere nel mercato del lavoro, raggiungere la parità nella partecipazione ai diversi settori economici e far fronte al problema del "pay gap".
In questo senso, fondamentale è stata la recente ratifica da parte dell’Ue della Convezione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne. Questa già firmata dai vari Stati membri, è stata sostenuta dal Parlamento europeo e nell’ottobre del 2023 è entrata in vigore per tutta l’Unione.
In linea con quanto previsto dalla Convezione e nell’ambito della Strategia sulla parità di genere, è nata la direttiva 2024/1385 la prima norma a livello europeo sulla violenza contro le donne che dovrà essere recepita dai singoli Stati entro il 2027.
Lo scorso marzo poi, la Commissione ha adottato la tabella di marcia per i diritti delle donne che guarda al futuro. È stato elaborato l’insieme delle misure giuridiche che fanno parte della strategia per la parità di genere per il periodo successivo al 2025.
Commissaria Lahbib, “La violenza contro le donne non inizia con il femminicidio”
A margine della Conferenza la Commissaria Lahbib ha dichiarato: “Il femmincidio, che è il peggiore dei crimini non è l’inizio della violenza contro le donne, che ha origine con l'uso degli stereotipi, della cultura del patriarcato e con un modo di guardare al mondo femminile come una categoria di secondo livello."
“È importante avere un approccio olistico al tema nei vari settori tra cui l’economia e tenere di conto di tutte quelle sfide che portano alla violenza”. La Commissaria aggiunge poi, che a pagarne le conseguenze sono tutti. “La violenza contro le donne causa vittime e porta a una regressione della società tutta”.
Italia, l’istat presenta un nuovo studio sulla violenza di genere
L’indagine curata dall’Istat "La violenza contro le donne, dentro e fuori la famiglia", i cui risultati sono stati presentati nel corso della Conferenza, permette di conoscere il totale delle vittime della violenza maschile, includendo anche le esperienze subite e mai denunciate alle autorità, il cosiddetto “sommerso della violenza”.
Secondo il report, sono circa 6 milioni e 400mila (il 31,9 per cento) le donne italiane dai 16 ai 75 anni di età che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita.
Il 18,8 per cento ha subìto violenze fisiche e il 23,4 per cento violenze sessuali. Tra queste ultime, a subire stupri o tentati stupri è stato il 5,7 per cento delle donne.
Lo studio inoltre rileva che sono un milione 720mila le donne che hanno subito violenza fisica da parte dell’ex partner. Per violenza si intende sia quella esercitata durante la relazione di coppia, sia quella effettuata dopo la fine del rapporto.
I partner, attuali ed ex, sempre secondo l’indagine, sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate, con quote superiori al 50 per cento (fatta eccezione per le minacce), e di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro nonché i rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze.
Le cifre sui femminicidi
Secondo gli ultimi dati di Un Women e dell”Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e Il Crimine (Unodc), si stima che nel 2023 siano state uccise intenzionalmente nel mondo 85mila donne e ragazze, vale a dire una donna ogni 10 minuti. Di queste, circa il 60 per cento è stato assassinato da partener o familiari.
In Italia non esiste un vero e proprio registro dei femminicidi, però guardando i dati forniti dal Viminale e da altre organizzazioni come "Non una di meno", si può parlare di una media di 100 donne uccise all’anno, nella maggior parte dei casi per mano del partner o dell’ex.
25 Novembre approvazione definitiva reato di Femminicidio
Come sottolineato durante l’evento sia dal ministro Nordio che dalla ministra Roccella, il prossimo 25 Novembre, in concomitanza con la Giornata contro la violenza sulle donne, sarà approvato in Aula alla camera il disegno di legge che introduce il reato di femmincidio. Una legge che punta a rendere questo un reato autonomo e non più di omicidio aggravato.
Con l’introduzione dell'articolo 577 bis del codice penale, contenuto nel testo, viene punito con l'ergastolo chiunque provochi la morte di una donna "commettendo il fatto con atti di discriminazione, di odio o di prevaricazione, ovvero mediante atti di controllo, possesso o dominio verso la vittima in quanto donna".
Infine, lo scorso mercoledí c’è stato il primo via libera, alla Camera, alla proposta di legge bipartisan che riscrive l'articolo 609-bis del codice penale sul reato di stupro.
Il testo, approvato all'unanimità, introduce nel codice il nuovo concetto di "consenso libero ed attuale" in linea con quanto previsto dalla Convezione di Istabul per i rapporti sessuali consenzienti, di cui bisognerà tener conto nei tribunali. In altre parole “se non c’è consenso è violenza sessuale”. Il testo ora è atteso in Senato.