Meloni e Salvini hanno promesso di andare avanti con il progetto da 13,5 miliardi di euro, nonostante la bocciatura della Corte dei Conti. La decisione dei giudici è vincolante per la sua realizzazione?
La Corte dei Conti ha recentemente respinto il progetto del governo Meloni di costruire il ponte sullo Stretto di Messina.
La Corte, che vigila sulla spesa pubblica, renderà note le motivazioni della bocciatura entro 30 giorni.
Durante l'udienza del 29 ottobre, i giudici hanno messo in dubbio che la gara d'appalto del 2005 per il progetto fosse ancora valida, citando una discrepanza nei costi previsti e la conformità alle regole di concorrenza dell'Ue.
Il progetto è stato anche criticato per i costi eccessivi, il potenziale impatto ambientale e i rischi legati all'attività sismica della regione.
Il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha promosso il progetto da 13,5 miliardi di euro e lo ha definito "l'opera pubblica più importante del mondo", ha promesso di portare avanti il piano.
Salvini, dopo gli anni in cui ha difeso l'idea dell'autonomia per il Nord Italia rispetto al Sud, ha presentato il progetto come un modo per dare una spinta economica al Meridione.
Dopo le conclusioni del tribunale, il ministro ha attaccato i giudici, definendo la decisione "una scelta politica piuttosto che un sereno giudizio tecnico".
Con toni ancor più duri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato che il verdetto della Corte è "l'ennesima invasione di campo sulle scelte del Governo e del Parlamento", nonostante la Corte abbia una funzione più normativa.
I loro commenti giungono in un momento di tensione tra il governo e la magistratura, che ha opposto una strenua resistenza alle proposte di riforma dell'esecutivo e ha respinto con diverse sentenze il trasporto dei migranti in Albania dopo essere giunti illegalmente in Italia.
A seguito dell'incontro per discutere della decisione del tribunale, i due hanno smorzato i toni: Salvini ha dichiarato ai giornalisti che il governo "attende le osservazioni del tribunale con assoluta serenità e confida di poter rispondere punto per punto, perché abbiamo rispettato tutte le norme".
La costruzione del progetto, ha detto, inizierà a febbraio anziché a novembre e il governo, "senza alcuno scontro tra poteri dello Stato, fornirà tutte le informazioni richieste".
Ma Salvini e Meloni possono aggirare la Corte dei Conti?
Di cosa si occupa la Corte dei Conti
La Corte dei Conti, la cui istituzione risale al 1862, è un organo costituzionale preposto al controllo delle funzioni pubbliche. Il suo compito principale è quello di controllare la spesa pubblica, esaminare l'impatto finanziario delle leggi e garantire che la spesa pubblica sia in linea con le norme di bilancio nazionali e dell'Ue.
La Corte può fornire una panoramica preventiva, come nel caso del ponte sullo Stretto, e una supervisione giudiziaria. Quest'ultimo significa che può emettere sentenze su irregolarità contabili e sul potenziale uso improprio di denaro pubblico su progetti già completati.
Il governo può ignorare la sentenza della Corte dei Conti?
In breve, sì, ma non senza qualche rischio. Secondo gli esperti, tuttavia, nel complesso il governo potrebbe andare avanti e potenzialmente essere esente dalle conseguenze del fallimento del progetto.
Secondo Nicola Lupo, professore di diritto costituzionale presso l'Università LUISS Guido Carli di Roma, se il governo procede con il progetto senza soddisfare le perplessità della Corte, quest'ultima può registrare le sue riserve.
"In questo caso, la Corte dei Conti deve fare una cosiddetta registrazione di riserva, che viene trasmessa al Parlamento", ha detto Lupo a The Cube, il team di fact-checking di Euronews. "In teoria, questo solleva la responsabilità politica del governo ad agire".
Se il ponte, che ha incontrato una forte opposizione, dovesse essere oggetto di un'opposizione legale, l'avvertimento dei tribunali sulla sua fattibilità potrebbe servire come premessa per future azioni legali.
Sia Meloni che Salvini hanno dichiarato che risponderanno alle riserve del tribunale sul ponte. Anche se la Corte non è soddisfatta, possono comunque portare avanti il progetto.
"La Corte dei Conti agisce come organo ausiliario, come organo di controllo del governo", ha spiegato Lupo, "non ha l'ultima parola, diciamo".
Leila Simona Talani, docente di economia politica internazionale al King's College di Londra, ha dichiarato a The Cube che molto probabilmente il governo risponderà ribadendo la volontà di avviare il progetto sulla base dell'interesse nazionale.
"C'è una clausola che prevede che se non finiscono i lavori, se non hanno i soldi o se ci sono degli ostacoli, c'è un sistema di compensazione già incorporato nel progetto se questo può fallire", ha detto. "Quindi, l'intero progetto viene confezionato in modo tale che, anche se dovesse fallire, in pratica non accadrebbe nulla, a meno che non ci sia una corruzione significativa".
L'impatto principale dell'esitazione del tribunale è che il governo italiano "dovrà riunirsi di nuovo e stabilire che questo è di massimo interesse pubblico per il Paese", ha detto.
"A meno che Meloni non resti al governo per 20 anni, è molto improbabile che sia lei la responsabile della fine di questo progetto", ha aggiunto Talani, facendo riferimento ad altri progetti di infrastrutture pubbliche in Italia, come la costruzione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, che ha richiesto 55 anni per essere completata.
"Non credo che la responsabilità sia un problema; c'è poco da discutere sulla responsabilità del governo", ha detto.