La premier italiana è intervenuta all'Assemblea Generale dell'Onu. Dalla guerra in Ucraina a quella Gaza, passando per la crisi migranti, il cambiamento climatico e la riforma dell'Onu, Meloni ha trattato molti temi e rivendicato il ruolo centrale dell'Italia nello sviluppo di progetti in Africa
La premier italiana Giorgia Meloni ha tenuto durante la notte tra mercoledì e giovedì il suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Meloni ha parlato delle guerre in corso in tutto il mondo, ma anche della crisi migranti e di ambiente, dicendosi poi a favore di una riforma dell’Onu voluta anche dal presidente Usa Donald Trump. La premier ha parlato di un’istituzione agile, efficiente, in grado di rispondere velocemente alle crisi. “Il Palazzo di Vetro deve essere anche una Casa di Vetro”, ha detto Meloni.
Meloni: “Sospesi tra guerra e pace”
“Viviamo una fase storica accelerata, complessa, ricca di opportunità ma anche, forse soprattutto, densa di pericoli. Sospesi tra guerra e pace”, ha esordito la premier nel suo discorso.
“Secondo il Global Peace Index 2024, nel mondo sono in corso 56 conflitti armati, il numero più elevato dalla Seconda Guerra Mondiale. Viviamo cioè in un mondo profondamente diverso da quello in cui sono nate le Nazioni Unite, quando nel 1945, 51 Nazioni, che oggi sono diventate la quasi totalità, decisero di unirsi per fondare un’organizzazione internazionale che avesse come scopo principale quello di evitare la guerra”, ha detto Meloni e ha aggiunto: “La domanda che dobbiamo farci, ottant’anni dopo, e guardandoci attorno, è: ci siamo riusciti? La risposta la conoscete tutti, perché è nella cronaca, ed è impietosa”.
La premier italiana ha poi citato Papa Francesco, parlando di una “terza guerra mondiale” combattuta “a pezzi”, in cui l’uso della forza prevale in troppe occasioni.
Meloni: “Mosca ha calpestato l’articolo 2 dello Statuto Onu”
Meloni poi ha posto la sua attenzione sulla guerra in Ucraina. “La Federazione Russa, membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ha deliberatamente calpestato l’articolo 2 dello Statuto dell’Onu, violando l’integrità e l’indipendenza politica di un altro Stato sovrano, con la volontà di annetterne il territorio. E ancora oggi non si mostra disponibile ad accogliere seriamente alcun invito a sedersi al tavolo della pace”, ha detto Meloni.
Secondo la capa del governo italiano il conflitto in Ucraina ha riacceso, e fatto detonare, diversi altri focolai di crisi, mentre le Nazioni Unite si sono ulteriormente disunite.
Meloni: “Israele ha superato il limite”
Un passaggio questo che Meloni ha associato alla guerra a Gaza. La premier sostiene che Hamas abbia approfittato dell’indebolirsi di questa architettura per sferrare, il 7 ottobre del 2023, il suo attacco contro Israele.
“La ferocia e la brutalità di quell’attacco, la caccia ai civili inermi, hanno spinto Israele ad una reazione, in principio, legittima. Perché ogni Stato e ogni popolo ha il diritto di difendersi”, ha aggiunto la premier ma poi ha detto: “La reazione a una aggressione deve sempre rispettare il principio di proporzionalità. Vale per gli individui, e vale a maggior ragione per gli Stati. E Israele ha superato quel limite, con una guerra su larga scala che sta coinvolgendo oltre misura la popolazione civile palestinese. Ed è su questo limite che lo Stato ebraico ha finito per infrangere le norme umanitarie, causando una strage tra i civili”.
Meloni ha detto poi che per l’Italia è favorevole alle sanzioni proposte dalla Commissione europea verso Israele, ma non si può scaricare su Israele tutta la responsabilità di quello che accade a Gaza. “Perché è Hamas ad aver scatenato la guerra. È Hamas che potrebbe far cessare le sofferenze dei palestinesi, liberando subito tutti gli ostaggi. È Hamas che sembra voler prosperare sulla sofferenza del popolo che dice di rappresentare”, ha detto ancora la premier.
Meloni ha poi aggiunto che per concludere la guerra servono soluzioni concrete. “Perché la pace non si costruisce solo con gli appelli, o con proclami ideologici accolti da chi la pace non la vuole. La pace si costruisce con pazienza, con coraggio, con ragionevolezza”.
La premier ha anche rivendicato gli aiuti forniti dall’Italia alla popolazione di Gaza, sopratutto i bambini che vengono curati negli ospedali italiani, e ha ribadito che l’Italia è a favore del piano discusso da Trump con i Paesi arabi e che c’è e ci sarà “per chiunque sia disposto a lavorare a un piano serio per il rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco permanente, l’esclusione di Hamas da ogni dinamica di governo in Palestina, il graduale ritiro di Israele da Gaza, l’impegno della comunità internazionale nella gestione della fase successiva al cessate il fuoco, fino alla realizzazione della prospettiva dei due Stati”.
Riconoscimento della Palestina a due condizioni
Come già annunciato durante un colloquio con i giornalisti, Meloni ha ribadito che l’Italia è a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina, ma solo a due condizioni. “Riteniamo che Israele non abbia il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo. Per questo abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati. È la storica posizione dell’Italia sulla questione palestinese, una posizione che non è mai cambiata”, ha detto Meloni e ha aggiunto: “Riteniamo, allo stesso tempo, che il riconoscimento della Palestina debba avere due precondizioni irrinunciabili: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la rinuncia da parte di Hamas ad avere qualsiasi ruolo nel governo della Palestina. Perché chi ha scatenato il conflitto non può essere premiato”.
Meloni attacca i giudici sui migranti
Meloni poi ha parlato della crisi migranti, sostenendo che le convenzioni che regolano la migrazione e l'asilo sono regole sancite in un’epoca nella quale non esistevano le migrazioni irregolari di massa, e non esistevano i trafficanti di esseri umani.
“Convenzioni non più attuali in questo contesto che, quando vengono interpretate in modo ideologico e unidirezionale da magistrature politicizzate, finiscono per calpestare il diritto, invece di affermarlo.
“La comunità internazionale deve unirsi nel contrastare il fenomeno del traffico di esseri umani. Le Nazioni Unite, al pari di altre istituzioni internazionali come l'Unione europea, non possono voltarsi dall’altra parte o finire per tutelare i criminali nel nome di presunti diritti civili”, ha detto Meloni e poi ha rivendicato il lavoro fatto dall’Italia con il Piano Mattei e i progetti in corso nel continente, tra cui l’imponente progetto infrastrutturale del Corridoio di Lobito tra Angola e Zambia e l’apertura dell’AI Hub for Sustainable Development, che coinvolgerà centinaia di start-up africane sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Meloni: “L’ecologismo ha distrutto il settore dell’auto”
La premier italiana ha poi criticato le misure green degli scorsi. “L’ecologismo insostenibile ha quasi distrutto il settore dell’automobile in Europa, creato problemi negli Stati Uniti, causato perdite di posti di lavoro, appesantito la capacità di competere e depauperato la conoscenza. E ciò che è più paradossale, non ha migliorato lo stato di salute complessivo del nostro pianeta”, ha detto la premier che non ha negato il cambiamento climatico
Non si tratta, ovviamente di negare il cambiamento climatico, ma anche parlato di neutralità tecnologica, e gradualismo delle riforme in luogo dell’estremismo ideologico “Rispettare l'ambiente mantenendo l’uomo al centro. Perché ci sono voluti secoli per costruire i nostri sistemi, ma bastano pochi decenni per ritrovarsi nel deserto industriale. Solo che come ho detto molte volte nel deserto non c’è nulla di verde”, ha detto.
Meloni ha poi concluso il suo discorso citando San Francesco. “La scelta che abbiamo nelle nostre mani è semplice: lasciare tutto così com’è, e rifugiarci in ciò che è semplice, o dimostrare ai nostri cittadini che non sprecheremo l’occasione storica, che questo tempo, con le sue molteplici sfide, ci ha consegnato, di costruire un mondo più giusto e più sicuro. I combattimenti difficili vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare. Credo sia arrivato il tempo di dimostrare quel coraggio”, ha detto Meloni alla fine del suo discorso all’Assemblea Generale Onu.