Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Fact-checking, Elon Musk attacca l’Ue: “Distrugge la democrazia”, ma i dati lo smentiscono

La sede della Corte di giustizia europea a Lussemburgo, 5 ottobre 2015
La sede della Corte di giustizia europea a Lussemburgo, 5 ottobre 2015 Diritti d'autore  AP Photo/Geert Vanden Wijngaert
Diritti d'autore AP Photo/Geert Vanden Wijngaert
Di James Thomas
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

A differenza dalle informazioni di Musk, l’Indice di democrazia dell’Economist Intelligence Unit colloca 13 Paesi dell’Ue tra le 25 “democrazie complete” del mondo, con l’Europa occidentale in cima alla classifica globale

PUBBLICITÀ

L’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha riacceso il dibattito sull’Unione europea con nuove dichiarazioni controverse riguardo alla sua popolarità e alla qualità della sua democrazia.

In un post su X, il multimiliardario ha sostenuto che l’Irlanda e tutti gli altri Stati membri dovrebbero lasciare l’Ue, accusando il blocco di “distruggere la democrazia in Europa”.

Il commento era una risposta a un altro post che criticava una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Ue, la quale aveva respinto la richiesta del governo irlandese di non poter garantire condizioni di vita adeguate ai richiedenti asilo a causa dell’alto numero di domande. La Corte ha ricordato che il diritto europeo obbliga gli Stati membri a fornire alloggi e assistenza di base anche in situazioni di forte pressione.

Le affermazioni secondo cui l'Ue rende i Paesi meno democratici possono essere confutate esaminando le classifiche globali
Le affermazioni secondo cui l'Ue rende i Paesi meno democratici possono essere confutate esaminando le classifiche globali Euronews

Le accuse di mancanza di democrazia nell’Ue emergono spesso in concomitanza con sentenze sgradite a determinate fazioni politiche, ma i dati indicano un quadro diverso. L’Indice di democrazia dell’Economist Intelligence Unit (Eiu), pubblicato quest’anno, colloca infatti 13 Paesi dell’Ue tra le 25 “democrazie complete” a livello globale.

L’indice valuta cinque categorie – processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzionamento del governo, partecipazione politica e cultura politica – assegnando un punteggio su 10 a ciascuno dei 167 Paesi considerati. Tra i migliori figurano Svezia, Finlandia, Danimarca e Irlanda.

Il numero sale ulteriormente includendo i Paesi europei non appartenenti all’Ue: Norvegia (al primo posto assoluto), Islanda, Svizzera e Regno Unito. Fuori dall’Europa, tra le democrazie più avanzate si trovano Nuova Zelanda, Australia, Taiwan e Canada.

Alcuni Stati membri dell’Ue, tra cui Francia, Malta, Slovenia e Lettonia, sono classificati come “democrazie imperfette”, categoria che comprende anche gli Stati Uniti, patria di Musk, e il Sudafrica, suo Paese d’origine.

L’Eiu sottolinea che i Paesi europei dominano sia la top 10 che la top 20 dell’indice, con l’Europa occidentale che registra il punteggio regionale più alto (8,38) ed è stata l’unica area a migliorare, seppur di poco, il risultato complessivo nel 2024.

Nonostante il quadro positivo, lo studio segnala un peggioramento della qualità democratica in Bulgaria, Ungheria e Romania – quest’ultima classificata come “regime ibrido”, che combina elementi democratici con pratiche autoritarie. In Ungheria si è ridotta la fiducia dei cittadini nel governo e aumentata la corruzione, un trend registrato anche in Bulgaria.

Il divario democratico tra Europa orientale e occidentale resta evidente ma si sta lentamente riducendo: la Repubblica Ceca e l’Estonia sono entrate quest’anno tra le “democrazie complete”, il primo caso in un decennio per Paesi dell’Europa orientale.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Tesla perde fedeltà tra i clienti: le cause principali tra sostegno a Trump e meno innovazione

Corte europea dei diritti dell'uomo: "La Russia ha violato il diritto internazionale in Ucraina"

La Russia lancia un sito di fact-checking dalla dubbia affidabilità