La Duma esamina una nuova legge che punisce la ricerca di contenuti estremisti su Internet e la promozione delle Vpn. Previsti controlli su motori di ricerca e nuove restrizioni a software stranieri
Il 22 luglio, la Duma di Stato russa discute in terza e ultima lettura una serie di emendamenti alla legislazione che introducono nuove misure restrittive sull’uso di Internet. Tra queste, spiccano le multe per chi “ricerca consapevolmente” materiali definiti estremisti online, anche se vi accede tramite Vpn.
Nel mirino anche la pubblicità dei servizi di Virtual private network: secondo il testo in esame, a partire dal 1° settembre, chi promuove queste tecnologie potrebbe incorrere in sanzioni comprese tra 50.000 e 500.000 rubli. Per l’utente finale, la semplice consultazione di contenuti classificati come estremisti potrebbe costare da 3.000 a 5.000 rubli (circa 35-55 euro).
Gli emendamenti prevedono anche sanzioni per i fornitori di Vpn che non rispettano il divieto di accesso ai siti bloccati in Russia. La definizione di “materiale estremista” fa riferimento all’elenco ufficiale del ministero della Giustizia russo, che attualmente comprende 5.473 voci.
Un deputato ha definito la norma un “precedente assoluto”: per la prima volta, le multe non si applicheranno alla diffusione dei contenuti, ma alla loro semplice consultazione.
Nel frattempo, martedì scorso davanti alla Duma si è svolta una protesta non autorizzata contro gli emendamenti, con lo slogan “Per una Russia senza censura”. La polizia ha fermato diversi manifestanti, tra cui giornalisti di due testate locali.
La nuova legge autorizza inoltre motori di ricerca, provider e amministratori di reti wi-fi pubbliche a condividere con le forze dell’ordine informazioni sulle attività online degli utenti, compresi siti visitati e ricerche effettuate.
Sui social sono già circolate le prime contromisure consigliate dagli attivisti: evitare i motori di ricerca russi come Yandex, usare Vpn affidabili e disattivare l'identificazione biometrica sui dispositivi mobili.
Una volta approvati, gli emendamenti passeranno al vaglio del Consiglio della Federazione e infine alla firma del presidente Vladimir Putin. Il Cremlino ha già chiesto ulteriori restrizioni sull’uso di software sviluppati in “Paesi stranieri ostili” e tra i possibili obiettivi futuri della normativa potrebbe rientrare anche WhatsApp.