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Russia, blackout digitali per “sicurezza”: connessioni internet a singhiozzo in 73 regioni

Una donna guarda il suo telefono mentre passa davanti a una mostra di foto colorate dell'epoca della Seconda Guerra Mondiale a San Pietroburgo, in Russia, lunedì 14 luglio 2025.
Una donna guarda il suo telefono mentre passa davanti a una mostra di foto colorate dell'epoca della Seconda Guerra Mondiale a San Pietroburgo, in Russia, lunedì 14 luglio 2025. Diritti d'autore  AP Photo/Dmitri Lovetsky
Diritti d'autore AP Photo/Dmitri Lovetsky
Di AP, Euronews
Pubblicato il
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I droni russi e ucraini utilizzano le reti internet dei telefoni cellulari per operare, quindi le interruzioni sono uno dei modi con cui le autorità russe cercano di contrastare gli attacchi

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Ironia amara e disagi quotidiani: nel sud della Russia, il blogger Pavel Osipyan ha trasformato in tormentone il crollo della connettività a Rostov-on-Don, città vicina al confine ucraino. “Mostrare una sola tacca sullo smartphone basta per dire che sei di qui”, canta nel video che ha superato il mezzo milione di visualizzazioni su Instagram. Ma la sua è solo una delle tante voci che denunciano la crescente difficoltà di accedere a internet in decine di regioni russe.

Blackout mirati

Dallo scorso maggio, le autorità russe hanno interrotto regolarmente le connessioni mobili – e talvolta anche Wi-Fi – in almeno 73 regioni su 80, secondo il gruppo indipendente Na Svyazi. Le chiusure, iniziate in occasione della parata per l’anniversario della vittoria sulla Germania nazista, sarebbero giustificate dalla necessità di contrastare gli attacchi con droni ucraini.

Ma la misura si è ormai estesa ben oltre le zone di guerra, toccando aree della Siberia e dell’Estremo Oriente. Secondo Kateryna Stepanenko dell’Institute for the Study of War, i droni utilizzano reti mobili per orientarsi, e le interruzioni sarebbero una risposta tecnica. Tuttavia, per molti esperti, queste azioni si inseriscono in un progetto più ampio di controllo statale del web.

Il precedente di Mosca

A maggio, perfino la capitale è rimasta isolata digitalmente per giorni. Il Cremlino ha ammesso che si è trattato di una scelta deliberata. “Le restrizioni dureranno finché sarà necessario”, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov. Secondo Sarkis Darbinyan, fondatore del gruppo Roskomsvoboda, il blackout moscovita ha dato via libera alle autorità regionali per replicare la misura ovunque nel Paese.

La cosiddetta “Operazione Ragnatela” di giugno – attacco con droni su aeroporti militari russi – ha aumentato la pressione. A quel punto, interruzioni a sorpresa sono diventate la norma: le connessioni svaniscono per ore o giorni, anche tra quartieri della stessa città.

Disagi crescenti, rassegnazione diffusa

Pagamenti con carta rifiutati, taxi e bancomat in tilt, ricette mediche bloccate: il disagio è quotidiano. Nelle zone rurali, dove internet mobile è spesso l’unico accesso alla rete, il problema è ancora più acuto. In assenza di allarmi digitali, alcuni abitanti della regione di Belgorod avvisano i vicini di attacchi battendo su ringhiere di metallo.

Tuttavia, molti cittadini si dicono rassegnati. “Non sento un disagio molto forte”, afferma Grigori Khromov, da Nizhny Novgorod. Ma altri denunciano un impatto pesante sul lavoro e sulla vita quotidiana.

Il controllo di internet come obiettivo strategico

Negli ultimi anni, Mosca ha compiuto passi significativi per centralizzare il controllo della rete: migliaia di siti bloccati, social media oscurati (Facebook, Instagram, Twitter), VPN rese inaccessibili. L’ultima mossa annunciata è la creazione di un’app di messaggistica statale per sostituire quelle estere.

Secondo Anastasiya Zhyrmont di Access Now, le chiusure per motivi di sicurezza legittimano agli occhi del pubblico misure straordinarie, ma rischiano di diventare uno strumento di repressione permanente. “È molto preoccupante che la gente stia imparando ad accettare queste restrizioni come normali”, ha detto.

“Ma non dovrebbe essere questa la realtà moderna.”

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