Il cancelliere tedesco Friedrich Merz si sta preparando per una visita cruciale alla Casa Bianca, dove dovrà affrontare una potenziale graticola. Tuttavia, secondo gli esperti, i leader hanno ora diverse opzioni per preparare gli incontri alla Casa Bianca
Il famigerato incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky a febbraio ha sconvolto il mondo diplomatico. I leader e i loro consiglieri di tutto il mondo stanno valutando diverse opzioni prima di recarsi nello Studio Ovale di Washington.
Il 28 febbraio, il presidente ucraino ha avuto un'accesa discussione con il suo omologo statunitense e con il vicepresidente JD Vance alla Casa Bianca, conclusasi con i leader che hanno alzato la voce e si sono affrontati in una lite diplomatica senza precedenti davanti alle telecamere.
L'incontro ha provocato un'onda d'urto in tutto il mondo, mentre i diplomatici cercavano di elaborare strategie su come gestire Trump durante gli incontri bilaterali nella sala più emblematica del potere americano.
Ora che è il turno del cancelliere tedesco Friedrich Merz per un momento nello Studio Ovale, ecco alcune opzioni che i leader mondiali stanno prendendo in considerazione per affrontare il Presidente degli Stati Uniti.
Spettacolo televisivo in diretta in cui tutto è possibile
Il consiglio principale per chi varca la soglia della Casa Bianca è prepararsi a un confronto davanti ai riflettori. Con Trump, il concetto di conversazione riservata sembra svanire: la gran parte del dialogo avviene in diretta, sotto l’occhio delle telecamere, spesso con toni accesi e affermazioni non filtrate.
"La prima cosa è essere preparati a tutto. Credo che una delle sfide più grandi che abbiamo visto con il presidente Zelensky sia stata che nessuno, nella sua più fervida immaginazione, avrebbe potuto immaginare che Donald Trump avrebbe voluto discutere di questioni molto controverse di sicurezza nazionale con una telecamera accesa", ha dichiarato a Euronews Jacob Kirkegaard, analista del think tank Bruegel.
Durante il confronto, Vance ha accusato Zelensky di essere irrispettoso, mentre Trump ha minimizzato l'importanza dell'Ucraina nei piani strategici degli Stati Uniti. L'incontro si è concluso senza la firma del tanto atteso accordo sui minerali.
Un altro episodio emblematico è stato l’incontro con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa a maggio, durante il quale Trump ha mostrato video e articoli di giornale per sostenere l’esistenza di un presunto “genocidio bianco” in Sudafrica. Ramaphosa ha smentito categoricamente, definendo le accuse infondate e precisando che la maggior parte delle vittime della violenza nel Paese sono nere.
Il presidente sudafricano è riuscito poi a replicare con ironia quando Trump si è lamentato di non aver ricevuto un aereo in regalo, come invece fatto dal Qatar, che ha donato agli Stati Uniti un Boeing 747 per la flotta presidenziale.
"Trump è senza filtri. Dice tutto quello che pensa al momento, nel bene e nel male, e questo ovviamente non è il modo in cui la diplomazia tra Paesi viene normalmente condotta", ha aggiunto Kirkegaard. "Forse ritiene che la presenza di una telecamera faccia perdere l'equilibrio agli altri leader".
Compiacere il bambino interiore di Trump
L’altro consiglio per sopravvivere a un faccia a faccia con Trump: dargli un trofeo. Come un bambino che vuole un giocattolo, anche Trump – secondo molti analisti – reagisce positivamente ai doni e ai gesti simbolici.
Il regalo del Qatar, che ha suscitato dibattiti e preoccupazioni legali negli Stati Uniti, non ha sollevato obiezioni da parte della Casa Bianca trumpiana. Per molti osservatori, è un esempio di come ottenere attenzione e simpatia dal presidente.
Brett Bruen, ex diplomatico e oggi presidente della Global Situation Room, lo spiega così: "Trump è alla ricerca di un premio. Qualcosa che possa tenere in mano, mostrare e dire: guardate, ho ottenuto il più grande, il miglior accordo".
"Francamente, la sostanza non ha molta importanza. È come trattare con un bambino. Un bambino torna sempre a dire: 'Voglio di più, voglio il prossimo giocattolo'", ha aggiunto.
Jacob Kirkegaard è dello stesso parere: “Penso che si debba trattare con lui aspettandosi un possibile capriccio. È un narcisista, quindi bisogna fare leva sul suo ego”.
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha colto il messaggio: per ottenere attenzione da Trump, gli ha consegnato un invito in formato cartone animato per una visita reale nel Regno Unito. "È senza precedenti", ha detto Starmer, strizzando l’occhio alla passione di Trump per la monarchia britannica.
"Allo stesso modo, il primo ministro giapponese ha sfruttato la passione di Trump per il golf per creare un rapporto personale", ha aggiunto Kirkegaard.
Molti leader scelgono semplicemente di non vedere Trump
Dopo il caos dell’incontro con Zelensky, non pochi leader stranieri stanno evitando un incontro diretto con Trump. In particolare, tra i leader asiatici cresce la preoccupazione per le possibili derive imprevedibili di un incontro con il presidente americano.
"Nel caso dell'Asia, le culture e i sistemi politici hanno una bassa tolleranza per gli imprevisti. Richiedono una certa formalità", spiega Kirkegaard. "La possibilità di un incontro Xi Jinping-Trump è prossima allo zero. Il governo cinese non rischierà mai di mettere Xi in una posizione in cui qualcosa possa sfuggire al controllo".
Un’eccezione è stata l’incontro tra Trump e il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba, considerato relativamente positivo. Si è parlato di un possibile accordo commerciale e di maggiori forniture di GNL dagli Stati Uniti al Giappone. Ma anche in questo caso, i risultati concreti tardano ad arrivare.
"La realtà è che non c'è stata alcuna svolta negli accordi", osserva Kirkegaard. "Qualsiasi cosa Trump accetti in un incontro bilaterale potrebbe essere dimenticata il giorno dopo".
"Keir Starmer pensava di aver strappato un accordo sull’acciaio britannico. Evidentemente, non era così. Per molti Paesi, il rischio è alto e la ricompensa quasi nulla", ha concluso.
Resistere al bullismo potrebbe ripagare Merz
Le visite del presidente francese Emmanuel Macron e del segretario generale della NATO Mark Rutte si sono svolte senza incidenti. Nel caso di Rutte, probabilmente perché la Nato dipende in gran parte dal sostegno degli Stati Uniti.
"Rutte di fatto lavora per Trump", afferma Kirkegaard. "Sta facendo tutto quello che il presidente avrebbe voluto, incluso l’obiettivo del 5 per cento del Pil per la spesa Nato".
Ma per la visita di Merz di giovedì, la posta in gioco è alta. Trump ha spesso attaccato la Germania, accusandola di reprimere la libertà di parola e di approfittare del commercio con gli Stati Uniti. Il vicepresidente Vance ed Elon Musk hanno apertamente sostenuto il partito di estrema destra AfD durante la campagna elettorale tedesca.
Non è ancora chiaro quale approccio adotterà Merz. Ma secondo molti analisti, tenergli testa potrebbe giovargli sul piano interno.
"Se sei il cancelliere tedesco, vai nello Studio Ovale e tieni duro. Se affronti Trump pubblicamente, Merz potrebbe trarne beneficio in patria", ha detto Kirkegaard.
Anche Macron, quando ha interrotto Trump a febbraio per correggere una sua affermazione sull’Ucraina, non ne ha pagato alcun prezzo politico.
E persino Zelensky, dopo il duro confronto, ha visto salire il suo consenso a livello nazionale. Lo stesso potrebbe accadere a Merz, se decidesse di non piegarsi al tono aggressivo dell’inquilino della Casa Bianca.