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Lavoro: quali sono i ruoli in maggiore crescita e calo nei prossimi cinque anni

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Di Alessio Dell'Anna & Maud Zaba
Pubblicato il
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La domanda di lavoro manuale rimarrà probabilmente la più alta in assoluto, ma si prevede che i servizi digitali cresceranno a un ritmo più veloce. Invece, molti ruoli impiegatizi e amministrativi potrebbero scomparire

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Non c'è da temere. I lavoratori non saranno rimpiazzati dai robot e dall'Intelligenza artificiale, almeno per ora.

Secondo una ricerca del World Economic Forum, nonostante la crescita delle tecnologie digitali, il lavoro manuale sarà ancora molto richiesto per i prossimi cinque anni.

Il numero più alto di nuovi posti di lavoro - oltre 35 milioni in tutto il mondo - sarà creato per i braccianti agricoli e altri ruoli nel settore dell'agricoltura.

Si stima che ci saranno anche quasi 10 milioni di posti di lavoro in più per gli autisti di camion (compresi quelli che effettuano consegne a domicilio), più di 5 milioni di nuovi sviluppatori di app e software, e lo stesso numero di opportunità per i muratori.

Sicuramente il settore tecnologico è quello che vedrà la crescita più rapida.

I Big-data specialist sono in cima alla classifica con quasi +120 per cento di posti di lavoro creati, seguiti dagli ingegneri FinTech con quasi +100 per cento e dagli specialisti di Intelligenza artificiale e machine learning con +80 per cento.

Alcuni tipi di lavoro rischiano di scomparire

Gli impiegati di ogni tipo e i ruoli amministrativi appaiono tra i lavori più vulnerabili.

In termini di perdite assolute, il colpo maggiore è previsto per cassieri e bigliettai, con una proiezione che indica un calo di 15 milioni di posti di lavoro.

Anche gli assistenti amministrativi potrebbero vedere eliminati cinque milioni di posti di lavoro, seguiti da addetti alle pulizie e ai magazzinieri. Questi gruppi potrebbero subire un calo di 5 milioni ciascuno.

Allo stesso modo, gli impiegati a contatto col pubblico saranno affetti dal calo: quasi il 40 per cento in meno per gli addetti ai servizi postali e i cassieri di banca e circa il 20 per cento per gli assistenti all'inserimento dati e i cassieri.

Questo non significa però che tutti i lavori a contatto col pubblico diminuiranno.

Gli addetti alle vendite si collocano al quinto posto nella crescita complessiva, con quasi 5 milioni di posti di lavoro in più previsti.

Assumere nuovi dipendenti o aggiornare i lavoratori esistenti?

L'indagine analizza anche l'evoluzione del rapporto uomo-tecnologia sul posto di lavoro.

Attualmente, circa il 48 per cento delle mansioni è svolto dall'uomo, il 32 per cento prevede un mix di uomo e tecnologia e il 20 per cento è svolto esclusivamente dalla tecnologia.

Entro il 2030, questo equilibrio potrebbe cambiare in modo significativo. Si prevede che solo il 34 per cento delle attività rimarrà "esclusivamente umano", un 34 per cento condiviso tra persone e tecnologia e un 32 per cento gestito interamente dalla tecnologia.

Per ottenere la migliore efficienza di integrazione tra lavoratori e IA, i datori di lavoro europei sono pronti sia ad assumere nuovo personale che a riqualificare la forza lavoro esistente.

Entrambe le opzioni sono previste dalla maggioranza dei datori di lavoro, con la riqualificazione in vantaggio (79 per cento) rispetto all'assunzione di nuovo personale (65 per cento).

La Spagna vuole assunzioni e licenziamenti più facili

Il rapporto sostiene che il 59 per cento della forza lavoro mondiale dovrà essere riqualificata entro il 2030.

Le economie europee si stanno preparando ad affrontare una serie di sfide per le assunzioni: il 54 per cento dei datori di lavoro teme un peggioramento della carenza di talenti, un tasso ben superiore alla media globale.

In Spagna, le carenze di competenze sono percepite come un ostacolo fondamentale per adattarsi al cambiamento.

La maggior parte dei datori di lavoro spagnoli (60 per cento) ritiene che la soluzione risieda nelle riforme delle politiche pubbliche per facilitare le pratiche di assunzione e licenziamento, mentre il 49 per cento vorrebbe un maggiore margine di manovra nella definizione dei salari.

In Francia, il 46 per cento ritiene che gli adeguamenti delle pensioni e dell'età pensionabile potrebbero contribuire ad aumentare la disponibilità di talenti.

Le aziende britanniche e tedesche diffidano degli shock geopolitici

In generale, la digitalizzazione, la mitigazione del clima e l'aumento del costo della vita sono le principali forze che dovrebbero rimodellare il mercato del lavoro europeo entro il 2030.

Ma anche l'incertezza geopolitica incombe, soprattutto nel Regno Unito, dove il 56 per cento cita le tensioni geopolitiche come potenziale motore del cambiamento.

Questo sentimento trova eco in Germania (52 per cento), la più grande economia europea, che di recente è diventata il quarto paese al mondo per spesa militare.

Al contrario, la maggior parte dei datori di lavoro italiani si concentra maggiormente sul cambiamento climatico.

Un sorprendente 70 per cento vede gli investimenti verdi come la principale forza trainante della trasformazione, molto al di sopra della media globale del 43 per cento.

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