Il commissario al commercio Maroš Šefčovič ha annunciato una tassa per controbilanciare i costi dei controlli di sicurezza sui prodotti provenienti dalla Cina, con la speranza di ridurre il numero di pacchi inviati in Europa
La tassa di movimentazione di due euro che verrà imposta su ogni piccolo pacco che entra nell'Ue con un valore pari o inferiore a 150 euro, annunciata questa settimana dal commissario al commercio Maroš Šefčovič, è destinata a colpire le importazioni di merci a basso costo dalla Cina.
L'Europa riceve ogni giorno circa dodici milioni di piccoli pacchi, per un valore stimato di 4,6 miliardi di articoli all'anno, la maggior parte dei quali sono prodotti venduti da piattaforme online cinesi come Shein e Temu.
In seguito all'annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre tariffe commerciali alla Cina, la Commissione europea ha espresso il timore che le merci cinesi possano essere reindirizzate verso l'Ue, inondando potenzialmente il mercato europeo. La tassa di due euro proposta potrebbe servire da deterrente.
Timori per la ricaduta dei costi della tassa di movimentazione Ue sui consumatori
Sebbene i tempi di attuazione siano ancora sconosciuti, i sostenitori della tutela dei consumatori sono già preoccupati che il costo ricada sui consumatori.
"Queste grandi piattaforme, il cui modello di business consiste nell'avere costi molto bassi, possono prevedere che assorbiranno da sole i costi e che potrebbero non essere trasferiti ai consumatori", ha dichiarato Léa Auffret, responsabile degli affari internazionali dell'Organizzazione europea dei consumatori (Beuc), prima di aggiungere: "Ma in ultima analisi, questa sarà una decisione commerciale. Non dovrebbero essere i consumatori a pagare il prezzo della conformità".
Šefčovič ha spiegato questa mossa in termini di efficienza dei costi, affermando: "È solo per compensare il lavoro svolto dai funzionari doganali".
A febbraio, la Commissione europea aveva annunciato l'intenzione di introdurre maggiori controlli sulla sicurezza dei prodotti importati utilizzando strumenti di intelligenza artificiale, mystery shopping e attività di test per individuare e ritirare i prodotti dal mercato.
I giganti cinesi dell'e-commerce sono già oggetto di diverse indagini da parte della Commissione in base al Digital services act, la normativa di riferimento per i social media e le piattaforme di vendita al dettaglio online. La rete europea per la tutela dei consumatori sta indagando anche su Temu per presunte pratiche illegali come sconti falsi e recensioni ingannevoli, vendita di prodotti illegali e pratiche sleali.
Lo scorso febbraio la Commissione ha inoltre richiesto a Shein informazioni sui rischi legati ai contenuti e ai prodotti illegali presenti sul suo marketplace, sulla trasparenza dei suoi sistemi di raccomandazione, sull'accesso ai dati da parte di ricercatori qualificati e sulle misure adottate per mitigare i rischi relativi alla protezione dei consumatori, alla salute pubblica e al benessere degli utenti.