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Porticello, riprendono i lavori per il recupero del superyacht Bayesian dopo la morte del sub

La chiatta galleggiante Hebo Lift 2 nel tratto di mare al largo di Porticello, vicino a Palermo, Sicilia, Italia, domenica 4 maggio 2025, dove è affondato il Bayesian
La chiatta galleggiante Hebo Lift 2 nel tratto di mare al largo di Porticello, vicino a Palermo, Sicilia, Italia, domenica 4 maggio 2025, dove è affondato il Bayesian Diritti d'autore  Salvatore Cavalli/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Salvatore Cavalli/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Dopo la morte del sub olandese Robcornelis Maria Huijben Uiben durante le operazioni sul relitto del superyacht Bayesian, riprendono i lavori di recupero al largo di Porticello. Le autorità indagano sulle cause dell’incidente

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È il relitto che sembra non voler trovare pace. Dopo il naufragio che nell'agosto 2024 ha causato la morte di sette persone, e la recente scomparsa di un sub olandese durante le operazioni subacquee, riprendono oggi, giovedì 15 maggio, i lavori per il recupero del superyacht Bayesian, affondato nelle acque di Porticello, in Sicilia.

A comunicarlo è la società TMC Marine, incaricata della supervisione del progetto. Le attività erano state sospese dopo la morte del sub olandese Robcornelis Maria Huijben Uiben, 39 anni, deceduto durante un intervento tecnico in profondità.

“La tragedia della scorsa settimana ha colpito profondamente tutti i soggetti coinvolti”, ha dichiarato Marcus Cave, direttore di TMC Marine. “Tuttavia, il team resta impegnato nel completare l’operazione. Stiamo collaborando attivamente con le autorità, mentre si valutano le condizioni per riprendere in sicurezza le attività preparatorie”.

La tragedia, ancora da chiarire, durante le operazioni subacquee

Il sub Huijben Uiben era impegnato nel taglio del boma a 49 metri di profondità lo scorso 10 maggio, nell'ambito delle operazioni per sollevare il relitto del Bayesian. Secondo le prime ricostruzioni, il tecnico stava lavorando con una fiamma ossidrica insieme ad altri colleghi. Appena eseguito il taglio, il boma potrebbe aver provocato un violento contraccolpo, causando il distacco di un pezzo di metallo che avrebbe colpito il sub.

Le telecamere subacquee installate per monitorare l’intervento si sono improvvisamente spente proprio in quel momento. È allora che sono scattati l’allarme e il tentativo di recupero del corpo. Smentita, al momento, l’ipotesi di un malore, così come quella iniziale di una possibile esplosione subacquea. La procura di Termini Imerese, con il pm Raffaele Cammarano, ha aperto un fascicolo per fare luce sulla dinamica e sulle eventuali responsabilità.

Sette morti nel naufragio del Bayesian

L'incidente che ha coinvolto il sub è solo l’ultimo tragico capitolo del disastro del Bayesian. Il naufragio del 19 agosto scorso aveva già provocato la morte del magnate inglese Mark Lynch, della figlia Hannah, di Jonathan Bloomer e della moglie Judy, di Chris Morvillo e della moglie Neda, e del cuoco di bordo Thomas Recaldo. Altre quindici persone si sono salvate.

Tre membri dell’equipaggio sono attualmente indagati per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo: si tratta del comandante neozelandese James Cutfield, dell’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e del marinaio Matthew Griffith, di guardia in plancia al momento della tempesta.

Il relitto e la gigantesca operazione di recupero

A Porticello, prima della morte del sub, era arrivata la Hebo Lift 10, una delle gru galleggianti più potenti d’Europa, da 5.695 tonnellate di stazza lorda. Partita da Rotterdam e passata per Termini Imerese, l’imponente pontone ha affiancato la Hebo Lift 2, già presente sul sito del relitto. L’attrezzatura necessaria per il sollevamento pesante è stata assemblata nei giorni scorsi, così come completato il reclutamento di circa 70 esperti subacquei e tecnici da tutta Europa, affiancati da specialisti italiani.

Il lavoro è condotto da un consorzio guidato dalla società olandese Hebo Maritiemservice e da Smit Salvage, con la supervisione di TMC Marine. Secondo i tecnici, l’obiettivo è completare le operazioni entro fine mese, ma i recenti eventi potrebbero rallentare il cronoprogramma.

Tragedia Bayesian, errore umano?

Il Bayesian, uno yacht a vela in alluminio costruito da Perini Navi a Viareggio nel 2008, era originariamente chiamato “Salute”. Si tratta di un’imbarcazione a cutter monoalbero con uno degli alberi più alti al mondo: 72 metri.

Le cause che hanno portato all'inabissamento del superyacht Bayesian durante una violenta tempesta lo scorso 19 agosto restano al centro delle indagini coordinate dalla Procura di Termini Imerese. L’ipotesi più accreditata è una catena di errori umani: in particolare, sarebbe stato sottovalutato il peggioramento delle condizioni meteo e non sarebbero state attivate in tempo le misure di emergenza per mettere in sicurezza l’imbarcazione e i passeggeri.

O guasto tecnico?

Tuttavia, non è esclusa del tutto l’ipotesi di un guasto tecnico o di un errore progettuale che possa aver compromesso la stabilità dello yacht. Secondo alcune ipotesi, l’imbarcazione potrebbe aver subito un’avaria ai sistemi di governo o di stabilizzazione durante la burrasca che si è abbattuta al largo di Porticello la notte del 19 agosto. La stazza imponente del veliero, il suo albero di 72 metri (uno dei più alti del mondo) e la complessa architettura in alluminio, se non gestiti correttamente in condizioni estreme, avrebbero potuto trasformarsi in un fattore di vulnerabilità.

Non è escluso, inoltre, che vi siano stati problemi ai compartimenti stagni o ai sistemi di pompaggio, che in quelle fasi concitate avrebbero dovuto mantenere a galla lo yacht anche in caso di infiltrazioni d’acqua.

L’inchiesta cercherà di accertare se vi siano stati difetti costruttivi, manomissioni, o carenze nella manutenzione, e se tali criticità siano documentabili nei registri tecnici e nei report di bordo. L’analisi del relitto, una volta riportato in superficie, sarà cruciale per verificare la tenuta strutturale dell’imbarcazione e valutare la presenza di eventuali rotture meccaniche o danni pregressi.

Un guasto, se confermato, potrebbe alleggerire le responsabilità dell’equipaggio, aprendo invece un nuovo fronte su chi abbia certificato l’idoneità alla navigazione del superyacht poco prima della tragedia.

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