Dopo la bocciatura del primo voto al leader conservatore Friedrich Merz per la nomina a cancelliere della Germania, si vota nel pomeriggio. Al primo turno di votazione Merz ha ricevuto 310 voti a favore, sei in meno del necessario, a causa di 18 franchi tiratori nella coalizione
Il leader della Cdu, Friedrich Merz, non ha ottenuto martedì la maggioranza al Bundestag per essere eletto cancelliere. Mai prima d'ora nella storia della Repubblica federale un cancelliere designato era stato bocciato alle elezioni del Parlamento dopo un'elezione federale e il successo delle trattative di coalizione. Come riporta Welt, tutti e nove i cancellieri precedenti sono sempre eletti al primo turno di votazione.
Al primo turno è Merz ha ottenuto 310 voti a scrutinio segreto, rispetto ai 316 sì necessari, 307 parlamentari hanno votato no, 3 si sono astenuti e un voto è risultato non valido.
Il gruppo parlamentare di Alternativa per la Germania (Afd) ha convocato una riunione d'emergenza per discutere su come procedere a seguito della mancata elezione di Friedrich Merz a nuovo cancelliere da parte del Parlamento tedesco (Bundestag). Poco prima dell'inizio della riunione la leader di Afd, Alice Weidel, ha chiesto le dimissioni di Merz e che vengano subito indette nuove elezioni.
Il Bundestag tedesco voterà oggi pomeriggio per la seconda volta per la conferma di Friedrich Merz come cancelliere,
Dopo il mancato raggiungimento della maggioranza al primo scrutinio i leader della Cdu, insieme agli alleati della Spd, hanno annunciato il secondo voto alle 15:15 di martedì.
Il prossimo tentativo
Se sarà eletto, Merz sarà il decimo leader del Paese dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, succedendo a Olaf Scholz, il cui governo è caduto alla fine del 2024. La Germania, prima economia europea e nazione centrale nella diplomazia dell’Ue, si trova ora a un crocevia politico. Il nuovo cancelliere erediterà un’agenda complessa e sfide epocali, sia sul fronte interno che su quello internazionale.
Se Merz non dovesse ottenere la maggioranza, il Bundestag - la camera bassa del Parlamento - avrà un periodo di 14 giorni per eleggere un candidato alternativo.
Se anche questo tentativo dovesse fallire, il presidente federale potrà scegliere tra nominare il candidato con più voti o sciogliere il Parlamento e convocare nuove elezioni. Uno scenario che aggraverebbe l’incertezza politica del Paese, proprio alla vigilia dell’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, un simbolismo che non passa inosservato.
Chi è Friedrich Merz e cosa rappresenta la sua leadership
Friedrich Merz, leader dell’Unione cristiano-democratica (Cdu), è una figura di lungo corso della politica tedesca. Conosciuto per le sue posizioni liberali in economia e conservatrici in materia sociale, ha saputo riconquistare consenso in un’epoca di crescente frammentazione elettorale.
La sua candidatura è sostenuta da una coalizione formata dalla Cdu-Csu e dai socialdemocratici (Spd), per un totale di 328 seggi su 630. Questo equilibrio parlamentare, seppur fragile, gli garantisce teoricamente la maggioranza necessaria: 316 voti. Tuttavia, eventuali defezioni interne o sorprese durante il voto segreto potrebbero ancora ribaltare l’esito.
Una Germania fragile tra economia stagnante e pressioni geopolitiche
Merz eredita una Germania in difficoltà. L’economia mostra segnali di stagnazione persistente, con crescita limitata e incertezza sui mercati globali.
A pesare, le conseguenze delle politiche protezionistiche del presidente americano Donald Trump, un contesto energetico instabile e il costo della guerra in Ucraina. Berlino resta un perno strategico della Nato e dell’Unione europea, ma deve affrontare nuove sfide con una leadership forte e coesa.
Tra le priorità dichiarate della coalizione di governo figurano la modernizzazione infrastrutturale, l’aumento delle spese per la difesa e una politica migratoria più rigida.
L’ombra dell’AfD e l’allarme democratico
Tra le principali minacce alla stabilità politica tedesca figura l’ascesa dell’AfD (Alternativa per la Germania), partito di estrema destra che ha conquistato il secondo posto alle elezioni federali di febbraio.
La scorsa settimana, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione ha ufficialmente classificato il movimento come “estremista di destra”, sottoponendolo a una sorveglianza rafforzata. L’AfD è accusata di propaganda xenofoba e di minare i principi democratici della Repubblica Federale.
La decisione è stata accolta con critiche internazionali, in particolare da esponenti statunitensi come JD Vance e Marco Rubio, ma il governo tedesco ha ribadito la piena legittimità del procedimento, conforme al diritto democratico nazionale.
La coalizione di Merz
La nuova coalizione è guidata dalla Cdu di centro-destra di Merz e dalla sua controparte bavarese, l'Unione cristiano-sociale (Csu). È sostenuta dai socialdemocratici di centro-sinistra (Spd), guidati da Lars Klingbeil.
La coalizione detiene una modesta maggioranza, controllando 328 dei 630 seggi del Bundestag, e si propone di stimolare la crescita economica, aumentare le spese per la difesa, adottare una posizione più rigida sull'immigrazione e affrontare la modernizzazione da tempo necessaria.
L'Unione e i socialdemocratici hanno già governato insieme la Germania negli anni '60 e poi in tre dei quattro mandati dell'ex cancelliera Angela Merkel, che ha guidato il Paese dal 2005 al 2021.