La Carta dei Valori Walser è un documento in dieci punti che si propone di promuovere lo sviluppo sostenibile, anche a livello turistico, delle terre alte
Nel cuore delle Alpi piemontesi, a Formazza, la comunità Walser ha avviato un'azione che va oltre la memoria e diventa progetto, presentando la Carta dei Valori Walser, documento in dieci punti che ambisce a tracciare la rotta verso uno sviluppo sostenibile. Un patto morale con la montagna, scritto da chi la abita da oltre sette secoli.
Discendenti dei coloni germanici giunti dall’Alto Vallese nel Medioevo, i Walser sono i custodi di un patrimonio culturale e ambientale unico, definito dai dialetti, visibile nelle caratteristiche case in pietra e legno, e in un’agricoltura che ha sempre saputo rispettare i ritmi della natura. Oggi, con la Carta, scelgono di non restare ancorati al passato, ma di farne bussola per orientarsi in un presente incerto, tra cambiamenti climatici e turismo di massa.
Il decalogo Walser per la sostenibilità
La Carta dei Valori è frutto di sette incontri delle comunità Walser, oltre 20 ore in presenza e online, con la partecipazione di 200 persone e 2000 chilometri condivisi. "Si tratta di un lavoro collettivo di raccolta di idee, revisione e messa a punto perché il documento finale possa accogliere e rappresentare la visione di tutte le Comunità" spiega Paola Borla, presidente dell'associazione Sud-Walserwein.
Il documento è una piattaforma programmatica, che definisce le priorità: contrasto allo spopolamento, tutela del paesaggio, salvaguardia della biodiversità, valorizzazione delle risorse locali, promozione di un turismo sostenibile.
La Carta trae ispirazione ai concetti chiave dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile, rappresentati da cinque “P” - Persone, Prosperità, Pace, Partnership, Pianeta - "che sono perseguiti da secoli dalle comunità Walser mediante buone pratiche con rispetto per l’ambiente che le accoglieva e considerando i colli e la montagna non come confini politici divisivi da proteggere ma come ponti di collegamento per generare incontro e scambio fra i popoli" si legge nel testo presentato in Piemonte.
In tempo di nazionalismi
Presenti in piccole enclave in Italia, Svizzera, Austria e Liechtenstein, i Walser hanno orizzonti ampi, in tempi di nazionalismi e politiche protezionistiche. "Per noi che viviamo la tradizione della libertà, del liberalismo, creare frontiere oggi è contro i nostri desideri - ha detto Paul Schnidrig, presidente dell'associazione internazionale Walser - Per noi non ci sono frontiere: ci sono la fraternità, l'unità, la vita, la cultura e tutto questo non deve essere limitato da frontiere".
Vivere in armonia con la montagna
Il paesaggio Walser racconta l'osmosi tra uomo e ambiente: pascoli terrazzati, boschi curati con sapienza, case che sono piccoli capolavori di bioarchitettura. Le stalle riscaldano le stanze superiori, i fienili (gli Stadel) sono sospesi su colonne con dischi di pietra per tenere lontani i roditori. Ogni dettaglio parla di una convivenza millenaria dove l’ingegno non ha mai preteso di dominare.
Riccardo Carnovalini, fotografo che ha lavorato alla creazione del Walserweg, un percorso di 153 chilometri attraverso i territori walser, spiega cosa significhi vivere la montagna, anche da visitatore: "Il Walserweg è un sentiero faticoso perché propone dei dislivelli importanti, ma questi dislivelli ti portano a godere di paesaggi e aperture panoramiche inimmaginabili. Quindi, non sono gratis: vanno conquistati con la fatica, ma - come sappiamo - la fatica in questo caso è un premio. L'invito è perciò quello a prepararsi per affrontare i dislivelli e per poter andare in alto. Chi più in alto sale, più lontano vede".
Un messaggio che viene dal passato e guarda avanti
La Carta dei Valori si ispira all’articolo 9 della Costituzione e ai principi delle convenzioni internazionali per la tutela del patrimonio ambientale e culturale. È una proposta, ma anche un invito: ripensare il rapporto tra le comunità e i loro territori, superando la logica dello sfruttamento a favore di un nuovo equilibrio, fatto di cooperazione, memoria e visione.
La montagna, dunque, come risorsa da ascoltare. E i Walser, con la loro Carta, ci ricordano che un altro modo di vivere le terre alte - e non solo - è possibile.