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Gaza, cosa sappiamo dell'uccisione di 15 soccorritori palestinesi da parte dell'Idf

Schermata di un video pubblicato dalla Società della Mezzaluna Rossa Palestinese girato da uno dei 15 medici palestinesi uccisi
Schermata di un video pubblicato dalla Società della Mezzaluna Rossa Palestinese girato da uno dei 15 medici palestinesi uccisi Diritti d'autore  AP/AP
Diritti d'autore AP/AP
Di Mared Gwyn Jones & Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Le prove video condivise dalla Mezzaluna rossa palestinese contraddicono la precedente affermazione di Israele secondo cui i veicoli di emergenza stavano procedendo in modo "sospetto" e senza luci di emergenza

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Israele ha fatto marcia indietro sul resoconto iniziale di come 15 soccorritori palestinesi sono stati uccisi vicino a Rafah il 23 marzo, dopo che un video recuperato dal telefono di una delle vittime contraddiceva la sua versione dei fatti.

Un ufficiale delle Forze di difesa israeliane (Idf), parlando a condizione di anonimato durante il fine settimana, ha riconosciuto che la sua affermazione iniziale che i veicoli di emergenza avevano proceduto "in modo sospetto" e "senza fari o segnali di emergenza" era "sbagliata".

Il filmato prova, condiviso per la prima volta dal New York Times, mostra che tutti i veicoli di soccorso avevano i fari e i segnali di emergenza accesi, il che significa che i loro loghi erano chiaramente visibili. E, secondo il video, dai veicoli di emergenza non è stato aperto il fuoco, come sostenuto invece dall'Idf.

Gli attacchi deliberati contro il personale umanitario e medico che porta i loghi riconosciuti dalla Convenzione di Ginevra - compreso quello della Mezzaluna Rossa - costituiscono un crimine di guerra, a meno che non commettano "atti dannosi per il nemico".

Un video sembra contraddire il resoconto di Israele sull'uccisione di 15 soccorritori palestinesi da parte dell'Idf

Prima della comparsa del video nel fine settimana, una fonte dell'Idf aveva dichiarato a Euronews che i veicoli sotto tiro trasportavano terroristi appartenenti ad Hamas e alla Jihad islamica, rendendoli "obiettivi legittimi".

L'Idf aveva dichiarato che nell'attacco erano stati eliminati ben nove terroristi e gli altri sei uccisi erano operatori di Hamas, ma non ha fornito alcuna prova a sostegno di questa affermazione.

I corpi dei 15 operatori - otto della Mezzaluna rossa palestinese (Prcs), sei della Protezione civile di Gaza e una dell’Unrwa - sono stati recuperati dalle Nazioni Unite in una fossa comune alla fine di marzo insieme ai loro veicoli. Un medico della Prcs risulta ancora disperso.

L'analisi comparativa di Euronews del filmato recuperato dal New York Times e del filmato delle Nazioni Unite girato dal luogo della sepoltura mostra due strutture di cemento identiche, suggerendo che i corpi sono stati sepolti vicino o sulla scena dell'attacco.

Screenshot del video della Prcs dell'attacco e del filmato delle Nazioni Unite del luogo di sepoltura
Screenshot del video della Prcs dell'attacco e del filmato delle Nazioni Unite del luogo di sepoltura Euronews 2025

Euroverify analizza ciò che sappiamo sugli eventi.

23 marzo: l'Idf apre il fuoco contro i veicoli di emergenza

Intorno alle 3:50 ora locale del 23 marzo la Mezzaluna rossa palestinese ha inviato un'ambulanza per assistere i feriti nel quartiere Al-Hashash di Rafah, colpito da attacchi aerei israeliani.

Nelle stesse ore l'Idf ha ordinato l'evacuazione del vicino quartiere di Tal as Sultan, chiedendo alla popolazione di spostarsi a piedi verso l'area di al-Mawasi, lungo la costa della Striscia, designata come zona umanitaria.

Ha descritto l'area come una "zona di combattimento pericolosa" e ha vietato la circolazione dei veicoli.

Mappa dell'area di Rafah, Striscia di Gaza
Mappa dell'area di Rafah, Striscia di Gaza Euronews 2025

La Prcs afferma che l'ambulanza inviata per assistere i feriti "ha subito il fuoco delle forze israeliane", ferendo l'equipaggio. Successivamente ha inviato altre tre ambulanze per assistere sia i feriti degli attacchi aerei sia gli operatori sanitari che erano stati attaccati.

In totale sono stati inviati dieci operatori della Mezzaluna Rossa. Si è poi perso ogni contatto con loro, ma uno dei soccorritori, Munzer Abed, è stato rilasciato dalle forze israeliane la sera stessa.

I corpi di otto degli altri nove medici della Prcs sono stati ritrovati in seguito nella fossa comune, mentre uno dei paramedici, Assaad al-Nassasra, risulta ancora disperso. Munzer Abed ha dichiarato all'Associated Press (Ap) che al-Nassasra è stato portato via bendato dalle truppe israeliane.

Oltre agli otto operatori della Prcs, sono stati uccisi anche sei dipendenti della Protezione civile palestinese - che viaggiavano su un camion dei pompieri - e un dipendente dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, l'Unrwa - che, secondo le Nazioni Unite, è arrivato sulla scena più tardi con un veicolo contrassegnato.

27 marzo: l'Onu ha ottenuto il primo accesso al luogo di sepoltura

Il 27 marzo l'ufficio umanitario delle Nazioni Unite, Ocha, ha avuto accesso per la prima volta al luogo in cui sono stati sepolti i corpi dei medici nel quartiere di Tal as Sultan.

L'Ocha ha trovato cinque ambulanze, un camion dei pompieri e un veicolo delle Nazioni Unite "schiacciati e parzialmente sepolti" nella sabbia in quella che ha descritto come una "fossa comune".

Il corpo di un operatore della Protezione civile è stato recuperato da sotto un camion dei pompieri.

La Prcs afferma che le autorità israeliane hanno respinto "tutti i tentativi di coordinamento da parte delle organizzazioni internazionali per facilitare l'accesso della squadra di soccorso al sito".

Un rappresentante dell'Idf, tuttavia, ha dichiarato a Euronews di essere stato "in contatto con le organizzazioni più volte per coordinare l'evacuazione dei corpi".

Persone seguono il convoglio che trasporta i corpi degli otto soccorritori della Mezzaluna Rossa recuperati a Rafah, 31 marzo 2025.
Persone seguono il convoglio che trasporta i corpi degli otto soccorritori della Mezzaluna Rossa recuperati a Rafah, 31 marzo 2025. AP Photo

29 marzo: l'Idf rivendica l'uccisione di agenti di Hamas e della Jihad islamica

L'Idf ha ammesso di aver aperto il fuoco contro i veicoli di emergenza sei giorni dopo l'attacco.

In una dichiarazione rilasciata all'agenzia di stampa Agence France Presse il 29 marzo, ha affermato che le truppe israeliane hanno "aperto il fuoco contro i veicoli di Hamas ed eliminato diversi terroristi di Hamas".

"Pochi minuti dopo altri veicoli sono avanzati in modo sospetto verso le truppe", si legge ancora nella dichiarazione. "Le truppe hanno risposto sparando verso i veicoli sospetti, eliminando diversi terroristi di Hamas e della Jihad islamica".

"Dopo un'indagine iniziale, è stato determinato che alcuni dei veicoli sospetti (...) erano ambulanze e camion dei pompieri", prosegue la dichiarazione all'Afp.

30 marzo: le Nazioni Unite recuperano altri 14 corpi

Il 30 marzo l'Onu è tornato sul luogo della sepoltura e ha recuperato gli altri 14 corpi.

"I loro veicoli, le loro ambulanze, i veicoli delle Nazioni Unite, i veicoli della Protezione civile sono schiacciati e abbandonati, coperti di sabbia accanto a noi", ha dichiarato Jonathan Whittall, capo dell'Ocha nei Territori palestinesi occupati, in un video messaggio dal sito.

"È un orrore assoluto quello che è successo qui. Questo non dovrebbe mai accadere. Gli operatori sanitari non dovrebbero mai essere un obiettivo".

La Protezione civile palestinese ha dichiarato che alcuni operatori sono stati trovati "sepolti con le mani e i piedi legati" con ferite da proiettile sulla testa e sul petto, a dimostrazione che sono stati "giustiziati a distanza ravvicinata".

Il segretario generale della Federazione internazionale della Croce rossa (Ifrc) Jagan Chapagain ha dichiarato che gli operatori "indossavano loghi che avrebbero dovuto proteggerli; le loro ambulanze erano chiaramente contrassegnate".

Dopo il recupero dei corpi, il 30 marzo, il portavoce internazionale dell'Idf Nadav Shoshani ha affermato in una dichiarazione su X che "sono stati identificati diversi veicoli non coordinati che avanzavano in modo sospetto verso le truppe dell'Idf senza fari o segnali di emergenza".

5 marzo: la Prcs pubblica il filmato del cellulare e l'Idf riconosce che la versione iniziale degli eventi era "sbagliata"

Dopo che la Prcs ha condiviso il filmato recuperato dal cellulare di uno dei paramedici uccisi, che mostra chiaramente i veicoli con i segnali di emergenza accesi, l'esercito israeliano ha riconosciuto che la sua versione iniziale degli eventi era "sbagliata".

Ha però ribadito che sei dei 15 soccorritori uccisi erano operatori di Hamas, ma non ha fornito alcuna prova a sostegno di tale affermazione. Euronews ha chiesto all'Idf di approfondire questa affermazione, ma un portavoce ha rifiutato di commentare.

Il funerale degli otto soccorritori della Mezzaluna Rossa recuperati a Rafah una settimana dopo un attacco israeliano, 31 marzo 2025
Il funerale degli otto soccorritori della Mezzaluna Rossa recuperati a Rafah una settimana dopo un attacco israeliano, 31 marzo 2025 AP Photo

Le prove potrebbero far pensare a un potenziale "crimine di guerra"

Geoffrey Nice, un avvocato britannico per i diritti umani che in passato si è occupato di casi di genocidio, ha dichiarato a Euronews che, sebbene non siano ancora "pienamente confermate", le testimonianze e la documentazione emerse "sembrerebbero essere una forte prova di crimini di guerra commessi contro gli operatori umanitari e di insabbiamento".

"Anche se ci fosse, ad esempio, un sospetto individuo di Hamas in un gruppo di operatori umanitari, l'attacco, come ogni attacco in cui i civili possono essere feriti o uccisi, deve essere proporzionato".

"La semplice affermazione secondo cui una delle persone nei camion era un membro di Hamas è solo l'inizio della giustificazione per le forze di difesa israeliane", ha aggiunto Nice.

Alla domanda se sia possibile condurre un'indagine credibile sulla loro morte, l'avvocato Geoffrey Nice ha detto a Euronews: "Anche se le Nazioni Unite possono aver avuto accesso a questo particolare sito, (....) scoprendo i corpi e il veicolo nella sabbia, non hanno accesso alla giustificazione documentata dalle Forze di difesa israeliane, e loro potrebbero non rilasciare mai queste informazioni".

"Ciò su cui si ha veramente bisogno [di indagare] è la struttura di comando o le prove della struttura di comando delle Forze di difesa israeliane".

L'Idf afferma che l'evento è "sotto indagine approfondita" da parte del suo Comando meridionale.

"Tutte le affermazioni, compresa la documentazione che circola sull'incidente, saranno esaminate in modo approfondito e attento per capire la sequenza degli eventi e la gestione della situazione", ha detto l'Idf in una dichiarazione condivisa con Euronews.

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