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Davos, il ministro degli Esteri ucraino al dibattito di Euronews: Ue stanzi fondi per nuovi membri

Il panel di Euronews a Davos, Svizzera, 22 gennaio 2025
Il panel di Euronews a Davos, Svizzera, 22 gennaio 2025 Diritti d'autore  Euronews
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Di Alice Tidey & Sasha Vakulina.
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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In un dibattito moderato da Euronews a Davos, il ministro degli Esteri ucraino ha invitato il blocco a puntare sull'allargamento, insistendo sul fatto che l'adesione dell'Ucraina non sia costosa per gli altri Stati membri

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Se l'Ue vuole fare sul serio con l'allargamento, il suo prossimo bilancio pluriennale per il periodo che terminerà nel 2034 deve includere fondi per i nuovi membri. È quanto ha dichiarato mercoledì il ministro degli Esteri ucraino a Davos in occasione di un panel organizzato da Euronews.

Il blocco dei 27 Paesi deve trattare i Paesi candidati "ora come membri dell'Ue", ha dichiarato Andrii Sybiha durante una discussione a margine del World Economic Forum di Davos condotta dalla giornalista di Euronews Sasha Vakulina. Tra gli altri partecipanti, la Commissaria Ue per l'allargamento Marta Kos, i primi ministri croato e montenegrino Andrej Plenković e Milojko Spajić.

"Quando parliamo, ad esempio, del bilancio del 2028-2034, ovviamente sarebbe bello se in questo bilancio si riflettesse l'obiettivo di un grande allargamento, perché senza di esso potrebbe essere problematico realizzarlo", ha continuato il capo della diplomazia ucraina.

I Paesi candidati all'Ue

I negoziati per il prossimo quadro finanziario pluriennale da mille miliardi di euro dell'Ue dovrebbero iniziare in estate. L'Ucraina è uno dei nove Paesi candidati: insieme a Moldova e Georgia hanno presentato la domanda di adesione nei giorni successivi all'invasione russa in Ucraina nel 2022 e hanno ottenuto lo status di candidato. I negoziati con Kiev e Chisinau sono iniziati nel 2024. Tra gli altri Paesi il Montenegro e l'Albania.

Secondo il ministro degli Esteri ucraino l'Ue non farebbe un favore all'Ucraina perché il Paese, devastato dalla guerra, "contribuirà alla forza dell'Ue" grazie alla sua esperienza sul campo di battaglia, alla sua tecnologia e alle sue industrie della difesa.

"Il costo sarà circa lo 0,17 per cento del pil dell'Ue, se parliamo dell'allargamento di nove Paesi", ha affermato Sybiha.

Negli ultimi tre anni l'esecutivo dell'Ue e gli Stati membri hanno ripetutamente affermato che l'allargamento è un processo "basato sul merito", ma ogni passo rimane altamente politico e deve essere approvato all'unanimità dagli Stati membri esistenti.

Eppure, il premier croato Plenković ha sottolineato di non aver "visto un atteggiamento così positivo sull'allargamento da molto tempo" da parte dei capi di Stato e di governo. Il primo ministro croato ha tuttavia riconosciuto che le "implicazioni di bilancio" pesano sulla mente di alcuni leader e che il processo decisionale e l'architettura istituzionale dell'Ue sono "un altro elefante nella stanza".

Per il premier montenegrino Spajić il piano del Montenegro non cambia: concludere i negoziati entro la fine del 2026, in modo che "nel 2028 diventeremo il 28esimo Stato membro", ha detto Spajić.

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