Il presidente uscente, considerato il politico più popolare del Paese, è stato ampiamente criticato per la sua retorica populista e per l'opposizione al sostegno militare dell'Ue all'Ucraina
Il presidente croato, Zoran Milanović, di sinistra, punta alla rielezione in vista del voto di questo fine settimana. Critico del sostegno militare all'Ucraina da parte dell'Occidente dopo l'invasione russa, dovrà vedersela con diversi contendenti alla carica presidenziale, tra cui un candidato sostenuto dal governo di centrodestra.
Milanović, 58 anni, ex primo ministro e politico più popolare della Croazia, è considerato il favorito per le elezioni di domenica.
Tuttavia, è improbabile che riesca a ottenere la maggioranza assoluta. Se nessuno degli otto candidati otterrà più del cinquanta per cento dei voti al primo turno, si terrà un ballottaggio il 12 gennaio.
Milanović è stato un critico accanito del primo ministro dell'Hdz (Unione democratica croata, centrodestra), Andrej Plenković, tanto che i loro continui scontri sono diventati un tratto distintivo del recente panorama politico croato.
A sua volta, l'Hdz ha appoggiato il pediatra e professore universitario Dragan Primorac per la presidenza.
Primorac si è presentato come un unificatore, contrapponendo la sua campagna alla retorica spesso polarizzante di Milanović.
Sebbene la presidenza croata sia vista come un ruolo principalmente cerimoniale, la carica ha autorità politica e implica la responsabilità di comandante supremo dell'esercito.
Milanović, che ha visto aumentare la sua popolarità dopo aver abbracciato una retorica populista, è stato un critico del sostegno dell'Occidente a Kiev, sostenendo la neutralità della Croazia nonostante la sua appartenenza alla Nato e all'Ue.
Ha bloccato la partecipazione della Paese a una missione di addestramento guidata dalla Nato per l'Ucraina, affermando: "Nessun soldato croato prenderà parte alla guerra di qualcun altro".
Primorac ha controbattuto sottolineando l'allineamento della Croazia ai valori dell'Occidente, affermando: "Il posto della Croazia è a ovest, non a est".
Tuttavia, la sua campagna elettorale è stata macchiata da uno scandalo di corruzione di alto profilo che ha portato all'arresto del ministro della Salute.
L'esperto politico, Anđelko Milardović, ha suggerito che la rielezione di Milanović potrebbe giovare alla democrazia, bilanciando il dominio del partito al potere sulle altre istituzioni governative. "Siamo interessati a vedere un equilibrio", ha detto.
Tuttavia, i critici del presidente in carica hanno espresso preoccupazione per la sua propensione a suscitare scalpore con commenti oltraggiosi, che potrebbero mettere a repentaglio la reputazione della Croazia, l'ultimo Paese ad aderire all'Ue nel 2013, ad abbracciare l'euro e ad entrare nell'area Schengen da allora, avviando un percorso che finora ha escluso tutti gli Stati dell'ex Jugoslavia, tranne la vicina Slovenia.
Milanović ha il sostegno del partito di centrosinistra Sdp, il più grande partito di opposizione.
Chi si contente la presidenza
Tra gli altri contendenti c'è l'indipendente conservatrice Marija Selak Raspudić, data al terzo posto nei sondaggi.
Precedentemente affiliata al partito di estrema destra Most, Selak Raspudić corre ora come candidata apartitica, concentrandosi su questioni economiche, declino demografico e corruzione.
Anche Ivana Kekin, del partito Možemo, che raccoglie la sinistra e i verdi, punta alla presidenza. Kekin, che governa la capitale del Paese, Zagabria, è una psichiatra e si definisce "presidente per una nuova generazione". Ha accusato Primorac e l'Hdz di aver sottratto fondi al sistema sanitario croato.
Altri quattro candidati sono in corsa, ma nessuno dovrebbe passare al secondo turno.
In Croazia sono circa 1,6 milioni gli elettori aventi diritto tra i suoi 3,8 milioni di cittadini.