La procura di Parigi ha aperto un'indagine sui finanziamenti illeciti della campagna elettorale del 2022 di Marine Le Pen. Non è la prima volta: già la campagna elettorale del 2017 aveva destato sospetti per gli opachi rapporti finanziari con la Russia
La procura di Parigi ha aperto un'inchiesta per presunti finanziamenti illeciti della campagna elettorale di Marine Le Pen nelle presidenziali del 2022. A riferirlo sono le fonti di BFM TV, emittente radiotelevisiva francese. Fra le ipotesi di reato, appropriazione indebita di beni nell'esercizio di funzioni pubbliche, frode commessa a danno di un ente pubblico e falso.
Le Pen, "spese irregolari in campagna elettorale"
Nel dicembre 2022, la Commission nationale des comptes de campagne et des financements politiques (CNCCFP), che vigila sul limite di spesa imposto dalla legge ai candidati durante le elezioni, aveva considerato irregolare la spesa per i lavori di verniciatura di 12 pullman affittati con il simbolo della candidata e del partito, per un ammontare di 316.182 euro. Marine Le Pen, che aveva investito 11,5 milioni per la sua campagna, aveva deciso di fare ricorso davanti al Consiglio costituzionale, per poi rinunciare.
A giudizio il 30 settembre per appropriazione indebita di fondi Ue
Lo scorso giugno, la Cassazione ha definitivamente convalidato la condanna del Rassemblement national per le fatture gonfiate per i kit della campagna elettorale utilizzati dai candidati dell'estrema destra nelle elezioni legislative del 2012 e rimborsate dallo Stato. Sempre Marine Le Pen è in attesa di giudizio nel processo che la vedrà accusata il 30 settembre, con altre 24 persone e il Rn, per appropriazione indebita di fondi europei nel caso della remunerazione di assistenti di eurodeputati fra il 2004 e il 2016.
Il lavoro del Comitato di controllo
L'indagine della Procura di Parigi è stata aperta il 2 luglio in seguito alla pubblicazione del rapporto del 2023 del CNCCFP sul resoconto elettorale di Marine Le Pen dopo aver riscontrato delle irregolarità nelle spese per la campagna del 2022. Tramite le fatture giustificative, il Comitato di controllo esamina i conti elettorali di ogni candidato per vedere se è rimasto nei limiti previsti dalla legge. In tal caso, lo Stato rimborsa loro una parte delle spese elettorali.
Al contrario se i candidati non rispettano il limite, il CNCCFP può "riformare" il loro conto elettorale e, se necessario, intraprendere azioni legali per indagare. Stando alle informazioni diffuse, Marine Le Pen non è l'unica candidata a essere stata oggetto di un rapporto del CNCCFP. Ora il lavoro è nelle mani di un giudice istruttore.
I sospetti delle autorità di controllo
Non è la prima campagna elettorale nella quale i soldi investiti da Marine Le Pen destano sospetti alle autorità di controllo. Già per la campagna elettorale del 2017, il partito di estrema destra Rassemblement national (Rn) guidato da Le Pen aveva contratto un prestito di oltre 9 milioni di euro presso la First Czech Russian Bank per ottenere i finanziamenti necessari. La banca era poi fallita e la società russa Aviazapchast, specializzata nella vendita di parti di aeromobili, aveva acquisito il diritto al prestito del Rassemblement national. Nel 2018, Aviazapchast ha intentato una causa contro il partito di Le Pen che si è risolta con un accordo fra le due parti.