Il governo portoghese ha posto fine a un regime eccezionale che consentiva agli stranieri di entrare in Portogallo e poi richiedere un permesso di soggiorno. Solo ai migranti lusofoni sarà consentito entrare nel Paese e solo dopo chiedere un permesso speciale per rimanervi
Lunedì il Portogallo ha annunciato un nuovo piano per inasprire le norme sull'immigrazione.
Il governo portoghese ha eliminato la possibilità per gli stranieri di entrare nel Paese e di richiedere solo successivamente un permesso di soggiorno. D'ora in poi non sarà più possibile per uno straniero con un visto turistico richiedere di rimanere in Portogallo.
Non sarà più possibile entrare in Portogallo e richiedere dopo il permesso di soggiorno
Il fulcro del provvedimento, presentato lunedì dal ministro della Presidenza António Leitão Amaro, sta nell'eliminare due articoli della legge in vigore, che secondo molte Ong erano il modo migliore per limitare le reti di immigrazione illegale perché permetteva ai migranti di entrare nel Paese, di iniziare a lavorare e poi di regolarizzare il soggiorno. Ora questo va richiesto prima dell'ingresso in Portogallo, al Consolato nel Paese di provenienza. È previsto dal decreto anche un finanziamento per il rinforzo dei servizi consolari.
I migranti lusofoni, provenienti dalla Comunità dei Paesi di lingua portoghese (Cplp), godranno invece di particolari agevolazioni. Potranno infatti entrare in Portogallo e richiedere un permesso di soggiorno speciale.
Montenegro:"Porte aperte ma non spalancate"
È stata inoltre annunciata la creazione di una struttura per risolvere circa 400mila richieste di residenza pendenti.
“Vogliamo porre fine ad alcuni meccanismi che sono diventati un abuso eccessivo della nostra disponibilità all'accoglienza”, ha dichiarato il primo ministro portoghese Luís Montenegro. “Questa fine è oggi”. Il Portogallo mantiene le "porte aperte, ma non spalancate" all'immigrazione, ha aggiunto il premier.
Gli annunci arrivano pochi giorni prima che milioni di europei si rechino alle urne per eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo, in un'elezione che, secondo le previsioni, dovrebbe far pendere la politica comune verso destra.