Borrell: "Non è il momento di parlare di pace con la Russia"

Josep Borrell è stato intervistato da Méabh Mc Mahon di European a Firenze
Josep Borrell è stato intervistato da Méabh Mc Mahon di European a Firenze Diritti d'autore Carlo Bressan/ EC - Audiovisual Service
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Di Euronews
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In una lunga intervista all'Istituto universitario europeo di Firenze, l'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri difende la sua linea: armi all'Ucraina e rifiuto del piano di pace cinese

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L'invasione russa dell'Ucraina ha unito l'Occidente e l**'Unione europea non ha altra scelta se non continuare a sostenere il governo di Kiev**. Sono le parole dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri Josep Borrell, intervistato da Méabh Mc Mahon di Euronews alla Conferenza State of the Union universitario europeo di Firenze.

Ora la guerra, poi la pace

Per Borrell, non è ancora il momento dei colloqui di pace.

"Questo non è il momento di conversazioni diplomatiche sulla pace", dice Borrell. "È il momento di sostenere militarmente la guerra. Mi sento un diplomatico, ma mi sento anche un ministro della difesa dell'Unione Europea, perché passo una parte importante del mio tempo a parlare di armi."

A questo proposito, la Commissione europea ha appena presentato un piano da 500 milioni di euro per aumentare la produzione di munizioni: il sostegno militare all'Ucraina resta imprescindibile secondo l'Alto rappresentante, anche per la sicurezza europea.

"Non è il momento di conversazioni diplomatiche sulla pace. È il momento di sostenere militarmente la guerra"
Josep Borrell
Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri

Oltre ai fondi comunitari stanziati, gli Stati membri potranno "dirottare" sui progetti dell'industria della difesa anche parte di quelli di coesione o dei Piani nazionali di ripresa e resilienza. Una decisione che in molti criticano.

"Se non sosteniamo l'Ucraina, cadrà nel giro di pochi giorni. Certo, preferirei spendere questi soldi per aumentare il benessere delle persone, per ospedali, scuole, città, come chiedono i sindaci. Ma non abbiamo scelta", afferma Borrell.

Il cruccio della politica estera europea

Il capo della diplomazia comunitaria accoglie con favore il fatto che finora la Cina non abbia inviato armi alla Russia, ma il piano di pace presentato da Pechino non è a suo giudizio accettabile.

"L'unico piano di pace definibile come tale è la proposta di Zelensky. Perché il piano cinese è un insieme di belle parole, bei desideri. Ma non è un piano di pace. L'unico è quello proposto dagli ucraini, ma sicuramente non sarà accettato dai russi". 

Per sopravvivere in un contesto internazionale in mutamento, spiega Borrell, l'Unione europea deve agire compatta: e per questo andrebbe abbandonato il sistema di voto all'unanimità, che consente ai singoli Stati di bloccare le decisioni in materia di politica estera.

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