Dopo l'incidente al gasdotto Nord Stream, aumentano le preoccupazioni: nel mirino dei cosiddetti "attacchi ibridi" ci sono non solo le condutture energetiche, ma anche i sistemi informatici, le filiere alimentari e le rotte commerciali
L'allerta è massima nel Mar Baltico dopo le perdite del gasdotto Nord Stream: molto probabilmente si tratta di un sabotaggio o un attacco intenzionale, che evidenzia la vulnerabilità dell'Europa per quanto riguarda le sue infrastrutture cruciali.
Secondo gli esperti, un modo efficace per proteggere queste condutture è aumentare la propria presenza nella zona, per scoraggiare qualsiasi possibile aggressore.
Infrastrutture vulnerabili
“Tutto ciò che possono fare le marine militari degli Stati europei è dimostrare la loro presenza, dimostrare la loro attività nei pressi delle infrastrutture critiche e vicino a importanti rotte marittime, come abbiamo visto fare, ad esempio, da parte delle autorità norvegesi. Perché questa presenza può costituire una sorta di deterrente nei confronti di attori stranieri", spiega a Euronews Julian Pawlak, ricercatore dell'Istituto tedesco per la difesa e gli studi strategici.
Ma le cosiddette "infrastrutture critiche" non sono solo tubi e cavi che trasmettono dati sul fondo del mare. In una guerra ibrida, gli obiettivi del nemico possono essere anche l'approvvigionamento di cibo e acqua, i trasporti, le centrali e le reti elettriche, i sistemi informatici o quelli bancari.
Per difenderli, L'Unione europea dispone di uno strumento comune, chiamato Direttiva sulle infrastrutture critiche: agli Stati membri viene fornita !una guida per valutare i rischi nelle proprie infrastrutture e agire, se necessario, sulle parti più vulnerabili.
Apprendere dagli errori
L'incidente del Nord Stream sembra una lezione da imparare in fretta, perché potrebbe essere il primo di una lunga serie, come è opinione diffusa tra gli esponenti politici dei Paesi baltici.
Tra loro c'è Urmas Paet, eurodeputato estone del gruppo Renew Europe: "Dovevano ascoltarci quando dicevamo che il Nord Stream era una pessima idea, una scelta completamente sbagliata, perché avrebbe aumentato l'influenza russa in Europa".
Secondo l'europarlamentare, ora è importante esaminare l'esperienza estone con gli attacchi informatici, cominciati già dal 2008. "La sicurezza informatica è molto, molto importante ed è fondamentale prepararsi perché i cyberattacchi sono parte integrante di ogni conflitto al giorno d'oggi. E poi, non dobbiamo essere colti alla sprovvista da ciò che potrebbe riservarci il futuro".
Mentre cercano di scoprire cosa sia successo esattamente sul fondo del Mar Baltico e chi abbia causato le perdite del Nord Stream, le autorità degli Stati europei dovranno anche pensare ai passi successivi per proteggere le proprie infrastrutture, molto spesso troppo vulnerabili.