Come funziona il TTF, il mercato del gas di Amsterdam

La sede del TFF si trova nei Paesi Bassi
La sede del TFF si trova nei Paesi Bassi Diritti d'autore Peter Dejong/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved
Di Vincenzo GenoveseJorge Liboreiro
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Nella sede (virtuale) di contrattazione si possono acquistare forniture immediate, ma anche stipulare i cosiddetti "futures": le speculazioni degli operatori incidono in maniera significativa sui prezzi

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Nella continua corsa al rialzo dei prezzi del gas in Europa gioca un ruolo fondamentale il TFF: Il Title Transfer Facility olandese, un mercato virtuale a cui tutti guardano per le contrattazioni del combustibile.

Cos'è il TTF

Il Title Transfer Facility è un mercato virtuale con sede nei Paesi Bassi, dove trasportatori e acquirenti commerciano forniture di gas. A contrattare, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18, sono produttori nazionali e internazionali, società di stoccaggio, distributori e operatori di rete dell'industria del settore.

Il TTF è stato istituito nel 2003 come alternativa al National Balancing Point, il mercato del gas del Regno Unito, e ha acquisito importanza con la liberalizzazione del settore energetico. Oggi è considerato il punto di riferimento per monitorare e comprendere il mercato del gas in Europa.

I volumi scambiati sulla piattaforma sono infatti cresciuti in modo esponenziale negli ultimi due decenni e rappresentano al momento oltre 14 volte la quantità di gas utilizzata dai Paesi Bassi per scopi domestici.

Anche grazie all'aumento delle contrattazioni sul gas naturale liquefatto, il TTF ha sostituito progressivamente il National Balance Point come punto di riferimento per il continente.

Domanda, offerta e speculazione

I prodotti sono fatturati in euro per megawattora e come in qualsiasi altro mercato libero, i prezzi sull'hub olandese sono determinati dalle regole economiche fondamentali della domanda e dell'offerta. 

Il TTF offre due opzioni principali per i trader: si possono concludere accordi destinati alla consegna e al consumo immediati di gas, o firmare i cosiddetti "futures".

In un contratto di questo tipo, venditore e acquirente pattuiscono un prezzo, ma la consegna e il pagamento avvengono in un momento successivo, anch'esso specificato nel contratto.

Accordi del genere si basano su aspettative differenti dalle due parti coinvolte nella compravendita. L'acquirente accetta un determinato prezzo presumendo che il bene acquistato aumenterà il suo valore prima della consegna, il venditore spera il contrario. 

Con i "futures", aziende e governi possono pianificare in anticipo i propri acquisti, ma l'intero sistema è maggiormente esposto alle speculazioni di mercato.

Come regola generale, infatti, gli attori del mercato tendono a ipotizzare lo scenario peggiore nelle loro negoziazioni per essere preparati a un esito negativo.

Con la guerra in Ucraina, la paura di un'imminente interruzione dei flussi di gas russo ha aumentato a dismisura il prezzo "futuro" del combustibile: anche se ora il gas c'è, il solo timore che in futuro potrebbe diminuire ne alza il prezzo.

Le contrattazioni "future" della scorsa settimana, ad esempio, hanno raggiunto i 339 euro per megawattora, una cifra molto superiore rispetto ai 27 euro registrati un anno fa.

Pericolo reale?

Gli ultimi annunci di Gazprom, il colosso energetico russo controllato dallo Stato, non fanno che alimentare questa tendenza, incoraggiando gli operatori di mercato ad attribuire un valore sempre più alto al gas.  

Anche le richieste dei Paesi europei, che si affrettano a riempire i propri depositi prima della stagione invernale, giocano un ruolo importante. L'Unione europea ha adottato un regolamento per cui almeno l'80% delle capacità di stoccaggio sotterraneo del gas nel territorio degli Stati membri dovrà essere riempito prima dell'inizio dell'inverno 2022/2023, e il 90% prima dell'inizio dei periodi invernali successivi, per mettersi al riparo da eventuali interruzioni improvvise del flusso dalla Russia.

Gli Stati si stanno adoperando velocemente (sia l'Unione nel complesso che l'Italia hanno già raggiunto la soglia minima), ma questo aumenta la domanda, incrementando inevitabilmente i prezzi.

Gli attori del mercato intuiscono infatti che i governi sono disposti a pagare conti anche salati per assicurarsi il gas in vista della stagione fredda e le loro previsioni sui prezzi del gas puntano perciò sempre più in alto.

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