L'allargamento complicato dell'Unione Europea

Nella giornata di giovedì verranno discusse al Consiglio europeo le candidature di Ucraina, Moldova e Georgia
Nella giornata di giovedì verranno discusse al Consiglio europeo le candidature di Ucraina, Moldova e Georgia Diritti d'autore Olivier Matthys/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
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Di Vincenzo Genovese
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Il tema al centro del dibattito nel Consiglio europeo: non c'è solo la questione Ucraina, ma anche le recenti richieste di Moldova e Georgia, e quelle più datate ma ancora sotto esame di Albania, Macedonia del Nord e Serbia

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La questione dell'allargamento dell'Unione Europea è al centro del dibattito fra i 27 Stati membri. La richiesta di adesione dell'Ucraina è sicuramente il dossier più scottante di cui discuteranno i capi di Stato e di governo al prossimo Consiglio europeo.

Una concessione simbolica?

"Sto facendo del mio meglio per assicurarmi che dopo la guerra possiamo entrare nella famiglia europea", ha detto Olha Stefanishyna, vice Primo-ministro per l'integrazione europea ed euro-atlantica dell'Ucraina. 

Dopo il parere positivo della Commissione europea, anche i governi nazionali sembrano favorevoli a concedere all'Ucraina lo status di Paese candidato, il primo passo concreto di un lungo percorso per l'adesione. Dai  27 filtra la volontà di procedere in questa direzione e nessuno sembra opporsi.

Ma il percorso per l'adesione non è semplice né scontato. Non è chiaro al momento quando potranno iniziare i negoziati né quanto durerà l'intero processo o se il Paese abbia le carte in regola per centrare l'obiettivo.

Trasformare l'Ucraina in Paese candidato potrebbe rivelarsi per ora più un atto simbolico che concreto, mentre c'è chi pensa che la decisione arrivi troppo tardi.

"All'Ucraina andava offerta una prospettiva di adesione molto prima. Perché è lo strumento più potente per ispirare le riforme democratiche", spiega Frank Schimmelfennig, Professore di politica europea all'ETH di Zurigo.

Gli altri Paesi aspiranti

Nel vertice si discuterà anche delle prospettive europee di Moldova e Georgia, dove di recente migliaia di persone hanno manifestato per l'ingresso nell'Unione. La Commissione ha infatti presentato di recente un parere anche sulle loro richieste. Positivo, al pari di quello sull'Ucraina, il responsao per la Moldova: serviranno riforme, ma lo status di Paese candidato dovrebbe già essere concesso.

 Per quanto riguarda la Georgia, invece, meglio aspettare di vedere miglioramenti concreti in campo economico, politico e giuridico prima di assegnare la candidatura.

Ucraina, Moldova e Georgia sono gli ultimi Paesi di una lunga lista: Il summit sarà infatti preceduto da un incontro con i governi dei Balcani occidentali: Albania e Macedonia del Nord sono già Paesi candidati, la Bosnia-Erzegovina ha presentato domanda nel 2016, mentre la Serbia ha pefino aperto dal 2014 i negoziati di adesione, che sono tuttavia in stallo al pari di quelli con Turchia e Montenegro (l’Islanda ha persino mollato la presa, sospendendo i negoziati nel 2013, dopo tre anni di infruttuose trattative su 35 differenti temi).

La trattativa tra Belgrado e Bruxelles è complicata anche dalle forti relazioni del governo serbo con la Russia, che stanno evidenziando posizioni divergenti rispetto a quelle dell'Unione ad esempio sul tema delle sanzioni dopo l'invasione dell'Ucraina.

Il suo futuro nell'Unione europea, rimane ancora molto incerto, ma il Primo ministro v non ci sta a farsi "scavalcare" dai nuovi aspiranti. "I Balcani occidentali non devono essere lasciati indietro per aprire le porte a qualcun altro, indipendentemente dalla situazione politica. Sarebbe un grosso errore e non sarebbe giusto".

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