Energia, Commissione Ue: "Il caro-prezzi non freni il Green deal"

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Diritti d'autore JEAN-FRANCOIS BADIAS/AFP
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Di Susan Dabbous
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Per Bruxelles la priorità è mitigare gli impatti sociali delle bollette salate, ma la transizione verde deve continuare

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Avanti tutta con la transizione verde. È questa la posizione della Commissione Ue ma anche di molti eurodeputati che hanno discusso un approccio comune al caro-energia, oggi, durante la seduta plenaria a Strasburgo. Il Green deal non si tocca quindi, costi quel costi, anche un rincaro del 40% dell’energia in bolletta, che dipende sia dall’aumento del prezzo del gas (visto l’incremento della domanda cinese) che del costo degli Ets (Emission trading scheme), cioè i permessi che le aziende pagano per “poter inquinare”, stabiliti dalla Commissione europea.

"Dobbiamo assicurarci che nessuno Stato e nessuna compagnia energetica come la Russia o Gazprom abbia il potere di dettare i prezzi della nostra energia", ha detto Siegfried Muresan, eurodeputato di centro destra rumeno, all’emiciclo di Strasburgo.

Francia e Spagna hanno chiesto alle istituzioni Ue di negoziare i prezzi dell’energia per tutti gli Stati membri, il che implicherebbe anche una riforma delle regole europee sui mercati energetici.

"L'esperienza insegna che quando gli Stati membri negoziano individualmente le forniture d’energia sono alla mercé degli speculatori e iniziano persino a competere tra di loro", ricorda Iratxe Garcia, eurodeputata spagnola di centro sinistra.

I leader europei, riuniti in Slovenia ieri sera per una cena di lavoro in vista del vertice sui Balcani occidentali, hanno discusso dell'aumento dei prezzi facendo emergere molte divergenze.

Da un lato, infatti, la presidente della Commissione Ue ursula von del Leyen, ha ricordato che solo le rinnovabili hanno il potere di garantire stabilità e indipendenza energetica a prezzi bassi, dall’altro invece, il premier ungherese Victor Orban ha ffermato che il “Green Deal è una tassa illegittima per i proprietari di appartamenti, case e automobili".

Ma di fare marcia in dietro la maggioranza degli eurodeputati non ci pensa proprio. "I combustibili fossili ci hanno dato l'illusione che si possa avere tanta energia a buon mercato, ma questo è semplicemente falso", ha tagliato corto eurodeputato verde belga Philippe Lamberts.

Su una cosa sembrano, invece, essere tutti d’accordo: gli Stati membri devono trovare uno strumento per aiutare le famiglie più vulnerabili a pagare le bollette, per così evitare un aumento vertiginoso della cosiddetta povertà energetica. Dati recenti dimostrano che con gli attuali rincari sono 80 milioni i cittadini in Europa che, quest’inverno, potrebbero soffrire di fame o di freddo a causa dei rincari. Quanto all’intervento statalista europeo sul mercato energetico, invece, le divergenze sono evidenti: contrariamente a Spagna e Francia, la Germania e i Paesi Bassi ritengono che le autorità non dovrebbero intervenire perché il mercato, a loro avviso, sarà in grado di autoregolarsi.

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