La Corte di Giustizia internazionale ha emesso il parere richiesto nel 2024 dall'Assemblea generale dell'Onu sugli obblighi legali di Israele nella Striscia come potere occupante. Israele ha vietato l'attività dell'Unrwa e chiuso la sede di Gerusalemme dopo accuse di collusione con Hamas
La Corte Internazionale di Giustizia (Icj) ha dichiarato mercoledì che Israele deve permettere all'agenzia Onu per i palestinesi, l'Unrwa, di fornire assistenza umanitaria al a Gaza.
La Corte, con sede all'Aia, è stata invitata l'anno scorso dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a esprimere un parere sugli obblighi legali di Israele dopo che il Paese aveva vietato all'agenzia, principale fornitore di aiuti all'enclave, di operare nel proprio territorio e a Gaza.
Israele "ha l'obbligo di accettare e facilitare i programmi di soccorso forniti dalle Nazioni Unite e dalle sue entità, compresa l'Unrwa", ha dichiarato il presidente della Corte, Yuji Iwasawa.
Il parere consultivo dell'Icj (consultabile qui) giunge mentre il fragile cessate il fuoco a Gaza, ottenuto con la mediazione degli Stati Uniti ed entrato in vigore il 10 ottobre, continua a resistere seppur minacciato dalle continue aggressioni israeliane che, secondo i funzionari sanitari locali, hanno ucciso almeno 88 e ferito più di 300 palestinesi.
Israele ha negato di avere violato il diritto internazionale, affermando che i procedimenti della Corte sono parziali. Il Paese si è rifiutato di partecipare alle udienze all'Aia da aprile. Israele ha anche presentato un documento scritto di 38 pagine da sottoporre all'esame della Corte.
In una dichiarazione, il ministero degli Esteri israeliano ha respinto il parere e ha affermato che Israele "sostiene pienamente i suoi obblighi di diritto internazionale". "Non collaboreremo con un'organizzazione infestata da attività terroristiche", si legge nel comunicato, riferendosi all'Unrwa.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha definito la pronuncia dell'Icj "una decisione importante" e ha detto di sperare che Israele la rispetti.
"Questa decisione arriva in un momento in cui stiamo facendo tutto il possibile per incrementare gli aiuti umanitari a Gaza", ha dichiarato Guterres all'Associated Press, "quindi l'impatto di questa decisione è decisivo per poter intervenire al livello necessario sulla tragica situazione in cui si trova ancora la popolazione di Gaza".
L'Unrwa è stata bandita da gennaio dopo le critiche del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dei suoi alleati di estrema destra, in particolare il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e quello della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, che sostengono che l'agenzia Onu sia infiltrata da Hamas.
L'Unrwa ha smentito a più riprese questa affermazione e la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che Israele non ha "dimostrato le accuse", ha detto Iwasawa.
"Accolgo con favore la sentenza inequivocabile emessa oggi dalla Corte internazionale di giustizia", ha commentato il Commissario generale dell'agenzia Philippe Lazzarini.
Lazzarini ha ricordato che "l'Unrwa dispone delle risorse e delle competenze necessarie per intensificare immediatamente la risposta umanitaria a Gaza e contribuire ad alleviare le sofferenze della popolazione civile", grazie alle enormi quantità di cibo e altri beni di prima necessità accumulate in Egitto e Giordania e il cui accesso nella Striscia è stato bloccato da Israele.
La Corte ha anche affermato che la popolazione della Striscia di Gaza è stata "rifornita in modo inadeguato" e che Israele è tenuto a garantire "il soddisfacimento dei bisogni fondamentali della popolazione locale".
I rappresentanti dei palestinesi hanno applaudito la decisione. L'ambasciatore palestinese nei Paesi Bassi, Ammar Hijazi ha affermato che la decisione è "chiara, inequivocabile e conclusiva" e lascia a Israele "nessun pretesto, nessun contesto, nessuna scusa" per bandire l'Unrwa.
In un parere consultivo dello scorso anno, la Corte aveva affermato che la presenza di Israele nei Territori palestinesi occupati è illegale e ha chiesto di porvi fine e di fermare immediatamente la costruzione di insediamenti.
Questa sentenza ha alimentato le iniziative per il riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese, mentre Israele l'ha condannata argomentando che non affronta i problemi di sicurezza del Paese.
Due decenni fa, inoltre, la Corte aveva stabilito che la barriera di separazione israeliana in Cisgiordania era "contraria al diritto internazionale". Israele ha boicottato quel procedimento, affermando che era politicamente motivato.
I pareri consultivi sono "non vincolanti" in quanto non sono previste sanzioni dirette per chi li ignora, pur avendo un peso legale significativo. La pronuncia di mercoledì è slegata dal procedimento in corso presso l'Icj avviato dal Sudafrica, che accusa Israele di avere commesso un genocidio a Gaza.