Commissione: Polonia rispetti sentenze Ue, ma gli eurodeputati chiedono azioni e non parole

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Diritti d'autore JANEK SKARZYNSKI/EC - Audiovisual Service
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Di Sandor Zsiros
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L'eurodeputata olandese Sophie in 't Veld accusa i governi criminali di tenere in scacco l'intera Ue e chiede una riforma sul diritto di veto

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Rispettare la democrazia e la separazione dei poteri. La vicepresidente della Commissione europea Vera Jourova ha incontrato il primo ministro ultraconservatore polacco, Matthews Moravski, per esprimere le sue preoccupazioni riguardo la deriva illiberale di Varsavia. Jourova ha ricordato che i tribunali polacchi devono applicare le sentenze della Corte di Giustizia europea e non mettere in discussione i poteri legali del Blocco. La vicepresidente ha poi preso parola anche al Premio per la libertà d'espressione di Danzica.

“Questo premio va a chi ha coraggio di levare la voce contro il potere - ha detto la vicepresidente - a chi non ha paura di schierarsi con i più deboli, a chi sfida i più forti con la libertà di parola correndo rischi quotidiani”.

Ma per gli eurodeputati il tempo delle belle parole è finito, se la Commissione non passerà ai fatti, presto potrebbe essere citata in giudizio davanti all Corte di Giustizia dell'Unione europea

Nel suo nuovo libro, dal titolo "Il profumo degli animali selvatici", l'eurodeputata liberale olandese, Sophie in t Veld, accusa la Commissione di non saper tenere testa ad Ungheria e Polonia.

"Se la Commissione non è in grado di svolgere pienamente le sue funzioni allora ci dovranno essere delle conseguenze, fino ad arrivare alle dimissioni. Ma non spingeremo fino a quel punto - promette l'eurodeputata - Il Parlamento europeo non deve però perdere altro tempo prima di portare la Commissione in Tribunale»

L'eurodeputata olandese propone inoltre la riforma sostanziale dei trattati europei per togliere il potere di veto agli Stati membri che non rispettono i principi fondamentali.

"Non possiamo permettere - ha detto - che le decisioni importanti per tutti i cittadini europei possano essere ostaggio di pochi governi presieduti da dei delinquenti. Penso - ha precisato -  che in una democrazia ci dovrebbero essere sempre dei contrappesi, dei poteri e dei contropoteri, il controllo e la responsabilità, e questo elemento di equilibrio manca. I capi di governo non devono dar conto a nessuno eppure prendono tutte le decisioni.

Recentmenre la ministra della Giustizia ungherese, Judit Varga, aveva criticato pesantemente il Parlamento europeo per le pressioni fatte sulla Commissione per ativare il meccanismo di condizionalità, che pone una correlazione tra il rispetto dello Stato di diritto e l'erogazione dei soldi del Recovery Fund.

L'Eurocamera, secondo la plitica ungherese, vorrebbe agire allo stesso tempo come giudice e come pubblico ministero.

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