Musica online: l'UE accusa Apple di violare le norme Antitrust

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La Commissione Europea avrebbe concluso le indagini antitrust su Apple e App store e starebbe per avviare una causa contro la big tech. Tutto è iniziato nel 2019 quando Spotify presentò un reclamo alla Commissione Ue: Apple e il suo App Store “limitavano intenzionalmente la scelta degli utenti

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Nuova lite tra Bruxelles e il gigante del tech. L’Unione europea ha formalmente accusato Apple di violare la concorrenza con il suo negozio di applicazioni, l’Apple Store. L'azienda americana infatti applica commissioni elevate agli sviluppatori delle app che ospita, fino al 30%, e non dà loro la possibilità di comunicare agli utenti strade alternative per abbonarsi o rinnovare gli abbonamenti, che permetterebbero di aggirare la tassa.

L’indagine Ue, giunta alle conclusioni preliminari, era partita dopo la segnalazione di Spotify nel marzo del 2019. Come ha spiegato la Commissaria Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager: "Non vogliamo che le regole di Apple abbiano un impatto negativo sui suoi concorrenti – ha detto oggi in conferenza stampa - Apple aumenta i propri margini di profitto rendendo le altre applicazioni più costose. Le condizioni dell'azienda influenzano tutti i fornitori di musica in streaming che utilizzano l'applicazione musicale di Apple, in particolare quelli più piccoli come Deezer o Soundcloud".

Apple ha respinto tutte le accuse ricordando persino di aver aiutato sviluppare e diffondere Spotify. "Come sempre – ha scritto il gigante del tech californiano - tutti vogliono accedere ai vantaggi dell'Apple Store, ma senza pagare il dovuto. La difesa della Commissione a nome di Spotify va in direzione opposta della concorrenza leale". Per l'azienda svedese Spotify si tratta, invece, di una giornata storica. "Questa decisione favorisce delle regole di concorrenza più eque di cui potranno beneficiare anche i piccoli produttori che lavorano nel settore dello streaming musicale".

Quattro anni fa, la Commissione europea aveva già comminato alla Apple una multa da 14 miliardi di euro per evasione fiscale in Irlanda. Per la musica in streaming invece ancora non è chiaro se dovrà pagare un ammenda o semplicemente cambiare rotta.

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