Vertice UE: è stallo su bilancio europeo

Vertice UE: è stallo su bilancio europeo
Diritti d'autore Aris Oikonomou / AFP
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Di Elena Cavallone
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Da una parte i "quattro frugali", dall'altra gli "amici della coesione". La battaglia tra gli Stati membri su quanto e come controbuire alle casse di Bruxelles è un vero test per l'Unità europea

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Si trova ad un punto morto il vertice europeo a Bruxelles.

I negoziati sul prossimo bilancio europeo giungono al secondo giorno, dopo una maratona notturna dei leader europei interrotta solo alle prime ore di venerdì mattina.

Prima di lasciare il Consiglio per una pausa, il primo ministro olandese in nottata aveva affermato che non ci sono progressi: si va avanti passo dopo passo.

Poche ore più tardi la situazione non sembra essersi sbloccata. Le posizioni in campo sono ben definite e nessuno sembra essere disposto a cedere.

Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca - i cosiddetti "quattro frugali" e maggiori contribuenti netti al bilancio europeo non vogliono compensare il "buco" lasciato dall'uscita dal Regno Unito versando più contributi nelle casse di Bruxelles.

"Vogliamo risparmiare denaro", afferma il premier Austriaco Sebastian Kurz. "Non vogliamo che i fondi versati dai paesi contribuenti netti aumentino senza limiti. Rappresentiamo gli interessi dei nostri contribuenti. L'ultima proposta del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è quella di spendere l'1,07% del PIL. Questa cifra va nella giusta direzione".

Dall'altra parte della barricata, invece, gli "amici della coesione" (Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Spagna, Portogallo. Bulgaria, Grecia, Lettonia, Lituania e Slovenia) si oppongono fermamente a qualsiasi taglio a due dei pilastri tradizionali dell'integrazione europea: la politica di coesione e la politica agricola comune.

"Sarà una discussione complicata. La mia posizione è stata chiara fin dall'inizio. Non possiamo aspettarci di fare di più con meno", ha dichiarato giovedì Kyriákos Mitsotákis, Primo Ministro greco.

Poco fuori dall'Europa building gli agricoltori europei tentano di far sentire la loro voce.

I tagli alle cosiddette politiche tradizionali servirebbero per finanziare altre aree come la gestione dell'immigrazione o la difesa. Giovedì un gruppo di agricoltori si è avvicinato all'edificio dove erano riuniti i leader europei per protestare contro la stretta sulla politica agricola.

"Penso che l'UE debba proteggere la politica agricola comune. Hanno già concordato un patto ecologico per l'Unione europea e che richiederà maggiori ambizioni nel settore agricolo", ha affermato un manifestante.

Molte richieste contrastanti e tante pressioni segnano questo vertice, la cui fine è imprevedibile. I negoziati potrebbero durare ore: tra i diplomatici europei nessuno è in grado di anticipare quando potrebbe terminare.

"Dobbiamo essere flessibili ma non credo riusciremo ad arrivare a un accordo oggi", ha affermato stamattina il primo ministro finlandese Seanna Marin.

Il premier Conte ha incontrato nella notte il presidente del Consiglio Michel in bilaterale. Secondo quanto si apprende da fonti governative l’Italia ribadisce la propria indisponibilità ad affrontare un negoziato al ribasso. Il Bilancio europeo - ha sottolineato il Presidente Conte al tavolo del Consiglio europeo - deve fornire gli strumenti per realizzare gli obiettivi dell’Agenda strategica europea. Il premier ritiene che il volume complessivo è ritenuto inadeguato e sostiene che tra le modalità di una sua variazione occorre far ricorso anche alle risorse proprie dell’Unione europea e ad ulteriori risparmi su altre voci, prime fra tutte quelle relative sul c.d. rebates.

All'entrata all'Europa building venerdi mattina ripete il concetto "Siamo lontani da una prospettiva di compromesso. L'Italia è per una concezione non frugale dell'Europa. Crediamo nelle linee programmatiche della Commissione e per persguire quelle linee sono necessari strumenti finanziari adeguati. Se alcuni paesi, peraltro con livelli di benessere elevato, continueranno ad avere una visione frugale dell'Europa il compromesso sarà lontano".

Johan Van Overtveldt, presidente della commissione per i bilanci del Parlamento europeo scherza: "Sarebbe un miracolo riuscire a trovare un accordo. Tuttavia, non dobbiamo sottovalutare il ruolo del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in questo tipo di trattativa".

L'ex primo ministro belga ha la fama di essere un abile negoziatore per aver guidato un paese in cui i compromessi tra comunità linguistiche e regionali sono all'ordine del giorno.

La battaglia sul bilancio europeo a lungo termine si è rivelata di fatto un altro test per l'unità europea ma un altro ostacolo potrebbe venire dal Parlamento europeo.

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"La posizione del Parlamento è molto chiara", ha affermato il presidente David Sassoli. "La proposta di bilancio presentata è inaccettabile e non verrà accettata".

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