Emergenza sbarchi: nessuno in Europa vuole davvero aiutare l'Italia

Emergenza sbarchi: nessuno in Europa vuole davvero aiutare l'Italia
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Di Elena Cavallone
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Il Paese sta mettendo a dura prova le sue strutture di accoglienza a fronte dell'aumento dei flussi migratori provenienti dalla Libia. Roma lancia un appello a Frontex: è necessario che anche altri St

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L’Europa volta le spalle all’Italia, lasciata da sola a gestire l’emergenza migranti. E’ caduta nel vuoto la richiesta di Roma rivolta a Frontex martedì scorso di modificare le regole dell’operazione Triton e prevedere che le navi cariche di migranti possano approdare anche in altri Paesi.

#Migranti cosa prevedono #Triton e Dublino – SCHEDA https://t.co/sCr4qcyjXF

— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) 11 luglio 2017

Il direttore esecutivo dell’agenzia di guardia costiera europea mercoledì è stato convocato dall’europarlamento a Bruxelles per un’audizione pubblica.
“Un piano operativo per essere adottato ha bisogno dell’ accordo di tutti gli Stati membri partecipanti – ha affermato Fabrice Leggeri – quindi non si tratta di una questione tra l’Italia e Frontex. Ho ascoltato la richiesta italiana ma non ho visto Stati membri disponibili ad accoglierla”.

Second landing today: 481 persons taken to #Pozzallo by guardiacostiera</a> vessel. Children barely stand the heat, it&#39;s about 35C right now. <a href="https://t.co/bH9iLuBOfH">pic.twitter.com/bH9iLuBOfH</a></p>&mdash; UNHCR Italia (UNHCRItalia) 12 luglio 2017

Il governo italiano sta preparando un codice di condotta per le ONG, accusate di incoraggiare i trafficanti tramite le loro attività di salvataggio in mare e di portare migliaia di migranti nei porti italiani, sempre più al limite delle loro capacità di accoglienza. Critiche infondate, come spiega Marco Bertotto di Medici Senza Frontiere Italia. “Nel momento in cui le autorità italiane coordinano i soccorsi, esse sono anche responsabili di determinare il porto di sbarco. In assenza di accordi bilaterali con altri Paesi e considerando che alcuni Stati come la Libia e la Tunisia non possono sicuramente essere definiti dei porti sicuri di sbarco, l’Italia ha l’onere di facilitare lo sbarco di queste persone”.

After rescuing a first boat with 133 people today, #Prudence is now approaching this second wooden boat. Busy morning in the #Mediterranean. pic.twitter.com/mfoll1Oinc

— MSF Sea (@MSF_Sea) 11 luglio 2017

Secondo i dati della guardia costiera italiana nel 2016 le imbarcazioni delle ONG hanno salvato 46.796 persone in mare, a fronte delle 13.616 portate in salvo dalle navi dell’operazione Triton. Altre missioni europee create per contrastare le attività dei trafficanti hanno invece sortito l’effetto contrario di far aumentare le morti nel Mediterraneo centrale. Un rapporto del Parlamento britannico pubblicato mercoledi definisce un fallimento la missione navale Sophia. Sebbene l’operazione abbia salvato la vita a olte 33.000 persone, la distruzione delle imbarcazioni dei contrabbandieri ha portato i trafficanti ad adattarsi, facendo imbarcare i migranti in scialuppe non adatte a raggiungere le coste italiane e quindi destinate ad affondare.

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