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L'orso marsicano si è evoluto per convivere con l'uomo: è più piccolo e meno aggressivo

La ricerca arriva mentre le comunità in Italia e in tutta Europa faticano a gestire la ricrescita delle popolazioni di orsi dovuta agli sforzi di conservazione.
La ricerca arriva mentre in Italia e in tutta Europa le comunità faticano a gestire la ripresa delle popolazioni di orsi. Un aumento dovuto agli sforzi di conservazione. Diritti d'autore  Zdeněk Macháček
Diritti d'autore Zdeněk Macháček
Di Rebecca Ann Hughes
Pubblicato il
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Un nuovo studio genetico rivela che l'orso bruno marsicano si è evoluto diventando più piccolo e meno aggressivo per sopravvivere alla vicinanza con l'uomo. Nonostante la ridotta diversità genomica, questi tratti favoriscono la coesistenza, offrendo spunti per la gestione dei grandi carnivori

Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Molecular Biology and Evolution, gli orsi italiani che vivono a ridosso dei centri abitati si sono evoluti diventando più piccoli e meno aggressivi.

La ricerca si è concentrata sull’orso bruno marsicano, una popolazione isolata e unica presente esclusivamente nell’Italia centrale.

Circa 2.000-3.000 anni fa, questa popolazione ha iniziato a differenziarsi dagli altri orsi bruni europei proprio a causa delle costanti interazioni con l’uomo. L'isolamento genetico ebbe inizio in epoca romana, causato principalmente dalle attività umane.

“Una delle cause principali del declino e dell’isolamento fu probabilmente il disboscamento legato alla diffusione dell’agricoltura e all’aumento della densità demografica nell’Italia centrale”, spiega Andrea Benazzo, prima firma dello studio.

Oggi, gli orsi marsicani presentano tratti fisici (fenotipici) unici: hanno una corporatura ridotta, caratteristiche cranio-facciali distintive e un temperamento molto meno aggressivo rispetto ai loro parenti europei, asiatici o nordamericani.

Orso bruno, cambiamenti del comportamento guidati dal contatto umano

Per comprendere queste trasformazioni, gli scienziati hanno sequenziato l’intero genoma dell’orso marsicano, confrontandolo con quello di gruppi analoghi in Slovacchia e Nord America.

I risultati mostrano una diversità genomica ridotta e un’alta consanguineità, ma rivelano anche qualcosa di straordinario: segnali di selezione genetica.

“Abbiamo dimostrato che gli orsi marsicani presentano segnali di selezione in geni associati a una minore aggressività”, afferma la coautrice Giulia Fabbri.

Secondo i ricercatori, la pressione esercitata dalla presenza umana ha favorito la sopravvivenza degli individui più tolleranti, riducendo i conflitti e permettendo alla specie di persistere nel tempo nonostante la vicinanza con le comunità locali.

Se da un lato l’erosione genetica aumenta il rischio di estinzione, dall'altro l’evoluzione comportamentale ha reso possibile una convivenza più pacifica.

Giorgio Bertorelle, tra i ricercatori dello studio, avverte che "le popolazioni influenzate negativamente dalle attività umane possono custodire varianti genetiche preziose che non dovrebbero essere diluite, ad esempio attraverso programmi di ripopolamento esterno”.

Il tema è quanto mai attuale. Mentre l’orso marsicano mostra un adattamento millenario, altre regioni d'Europa faticano a gestire il ritorno dei grandi carnivori.

Nel Nord Italia, il successo del ripopolamento dell’orso bruno alpino ha scatenato accesi dibattiti tra autorità e animalisti, specialmente dopo incidenti tragici come quello del 2023, quando l’orsa JJ4 uccise un podista in Trentino.

Tensioni simili si registrano in Grecia, dove agricoltori e residenti temono per la propria sicurezza e per le attività economiche a causa dell’aumento della popolazione ursina.

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