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La Grecia continua a interrare i rifiuti e a riciclare pochissimo - Euronews spiega perché

Membri di un impianto di riciclaggio separano i rifiuti in un banco di smistamento sull'isola di Tilos, nel Mar Egeo, Grecia sud-orientale, 2022
Membri di un impianto di riciclaggio separano i rifiuti in un banco di smistamento sull'isola di Tilos, nel Mar Egeo, Grecia sud-orientale, 2022 Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Symela Touchtidou
Pubblicato il
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Nonostante miliardi investiti e campagne di sensibilizzazione, la Grecia continua a seppellire quasi l’80 per cento dei rifiuti. Atene è l’epicentro di una crisi ambientale che mette in discussione la “transizione verde”

Negli ultimi anni la Grecia ha investito miliardi di euro per costruire impianti di riciclo moderni e finanziare campagne di informazione in tutto il Paese. Le città sono piene di cassonetti colorati per ogni tipo di materiale: plastica, alluminio, carta, scarti alimentari, indumenti e calzature. Nei negozi sono comparsi contenitori per pile e piccoli elettrodomestici da riciclare.

Eppure, il risultato resta deludente. Secondo i dati diffusi dall’Associazione delle industrie e delle imprese di riciclaggio e recupero energetico (Sepan), circa il 79 per cento dei rifiuti greci continua a finire in discarica, mentre solo il 17 per cento viene effettivamente riciclato — una delle percentuali più basse in Europa.

La presidente di Sepan, Lena Belsi, spiega a Euronews che le cause principali di questo fallimento sono due.

La prima è economica: mancano disincentivi efficaci.

"L’interramento è la soluzione più semplice e meno costosa in Grecia - spiega Belsi - la tassa speciale per lo smaltimento è ancora molto bassa, circa 35 euro a tonnellata, mentre in Paesi come l’Italia supera i 100 euro. Altrove, queste tasse hanno spinto a riciclare di più. Da noi, invece, rendono la discarica ancora conveniente".

La seconda ragione è culturale. "Molti cittadini pensano che, una volta buttata la spazzatura, il problema sia finito. Ma non è così - afferma la presidente di Sepan - l’interramento danneggia l’ambiente e alimenta un ciclo insostenibile che prima o poi si ritorce contro di noi".

La grande emergenza di Atene

Il nodo più critico resta l’Attica, la regione della capitale. "Atene è in fortissimo ritardo", avverte Belsi.

Nonostante le promesse di “transizione verde” e gli obiettivi europei di economia circolare, il sistema resta basato quasi interamente sullo smaltimento in discarica.

La discarica di Fili, attiva da oltre vent’anni, riceve circa il 90 per cento dei rifiuti dell’area metropolitana. È ormai satura e considerata inaccettabile dal punto di vista ambientale e sociale. Mancano infrastrutture alternative e i nuovi impianti di trattamento subiscono continui ritardi, creando una situazione di stallo che rischia di trasformarsi in una crisi di gestione entro pochi anni.

Il tasso di riciclo nella capitale è intorno al 15 per cento, ben al di sotto della media europea. "Finché non si risolverà il problema dell’Attica, i progressi nel resto del Paese resteranno marginali", spiega Lena Belsi.

Un operatore addetto alla raccolta dei rifiuti utilizza una bilancia portatile per pesare i rifiuti da riciclare sull'isola di Tilos, nel Mar Egeo.
Un operatore addetto alla raccolta dei rifiuti utilizza una bilancia portatile per pesare i rifiuti da riciclare sull'isola di Tilos, nel Mar Egeo. AP Photo

Le eccezioni virtuose

Non mancano però esempi positivi. Tilos, piccola isola del Dodecaneso, è diventata un simbolo della “transizione verde” greca grazie al progetto “Just Go Zero”, che ha portato la raccolta differenziata a oltre l’85 per cento. Qui quasi nulla finisce in discarica: i rifiuti vengono separati, riutilizzati o trasformati in compost.

Esperimenti simili sono in corso su altre isole come Antiparos, Alonissos, Paros e Naxos, ma restano iniziative limitate o in fase pilota, incapaci di incidere sul quadro nazionale.

Le richieste del settore

Per invertire la rotta, Sepan chiede al governo greco di snellire le procedure di autorizzazione per i nuovi impianti di riciclo, rafforzare i controlli sulle imprese e introdurre sanzioni più severe per chi non rispetta gli obblighi di raccolta differenziata.

L’Unione Europea ha fissato un obiettivo ambizioso: riciclare almeno il 70 per cento dei rifiuti entro il 2030. Ma con il ritmo attuale, la Grecia rischia di restare indietro, continuando a pagare il prezzo ambientale e sociale di un sistema ancora troppo legato alle discariche.

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