Nell’Europa dei mari sempre più trafficati, i progetti di multiuso finanziati dall’UE dimostrano come i parchi eolici e le coltivazioni di alghe offshore possano convivere, ridurre le emissioni e rafforzare gli habitat marini, offrendo una soluzione sostenibile per le industrie offshore del futuro.
Le acque che circondano l’Europa non sono più la distesa vuota di una volta. Tra parchi eolici, pescherecci, esercitazioni militari e coltivazioni di alghe, il mare diventa uno spazio sempre più conteso. La crescente competizione tra settori per l’utilizzo delle stesse porzioni di mare richiede l’adozione di strategie più efficaci per condividere lo spazio offshore e raggiungere gli obiettivi climatici e di sostenibilità, evitando al contempo tensioni.
Una delle strategie emergenti è rappresentato dai progetti di multiuso, che integrano attività compatibili, come l’acquacoltura e la produzione di energia rinnovabile in zone condivise in mare aperto.
Un oceano, molteplici utilizzi
Eva Strothotte lavora come project manager su ULTFARMS e UNITED, progetti di ricerca finanziati dall’UE che stanno aprendo la strada a questo cambiamento. I team di ricerca internazionali stanno studiando come la coltivazione di alghe possa operare in armonia con i parchi eolici offshore.
“Anche le aree offshore sono già ampiamente utilizzate da diverse realtà: gli impianti eolici, i pescherecci, la marina”, ha spiegato Eva Strothotte a Euronews Ocean, da Kiel. “Ora vogliamo inserirci anche noi per coltivare le alghe. L’idea è trovare soluzioni e sinergie vantaggiose all’interno dello stesso spazio”.
L’approccio del multiuso va oltre la sola coesistenza. Significa collaborazione: condividere navi, infrastrutture e sistemi di dati per ridurre costi ed emissioni.
“Chi si occupa della manutenzione delle turbine eoliche può anche prelevare campioni d’acqua per noi”, ha spiegato Strothotte. “Usiamo le stesse imbarcazioni e la stessa fonte di alimentazione per i nostri sensori. Questo ci aiuta a ridurre l’impronta di CO₂”.
Questo modello di condivisione delle risorse trasforma la coesistenza nello stesso spazio marino in un’opportunità: le turbine eoliche producono energia pulita, le coltivazioni di alghe producono una biomassa utile, e la logistica condivisa avvantaggia entrambe le attività.
Costruire habitat, non solo infrastrutture
Ma i vantaggi non sono solo di natura economica. ULTFARMS promuove anche quello che definisce “design inclusivo per la natura”, ossia trasformare le infrastrutture marine in habitat per la vita marina.
“Offriamo nuovi habitat”, afferma Strothotte. “Utilizziamo superfici solide dove possano crescere il novellame e altri organismi, non solo le alghe”.
Mentre i mari europei si fanno sempre più affollati, progetti come ULTFARMS mostrano come l’economia blu possa fondarsi sulla cooperazione anziché sulla competizione. Con un’attenta pianificazione e l’impiego di strumenti condivisi, gli spazi marini potrebbero diventare più produttivi, sostenibili e ricchi di biodiversità.