Il turismo costiero offre qualcosa per tutti, dalle crociere agli sport acquatici. Ma con l'aumento delle etichette ecologiche e delle dichiarazioni di ecosostenibilità, come fare per distinguere tra cosa è davvero green e cosa invece è solo greenwashing?
L'estate 2025 sarà probabilmente tra le più calde mai registrate in Europa e milioni di persone affolleranno come sempre le zone costiere.
Il Mediterraneo è una delle mete preferite al mondo e attrae un terzo dei turisti a livello mondiale. Tuttavia, i suoi ecosistemi sono sottoposti a una crescente pressione da parte di quello stesso settore che ne alimenta l'economia.
Nel solo 2023, l'UE ha registrato 1,1 miliardi di pernottamenti turistici, con Italia e Spagna in testa.
È facile capire perché. Le coste europee offrono molto di più della semplice brezza marina. Nella valutazione delle acque di balneazione dell'Unione europea del 2024, oltre l'85% di queste acque è stato giudicato "eccellente", con Cipro, Bulgaria e Grecia in cima alle classifiche.
Ma mentre le attività che richiamano i vacanzieri sulle coste dipendono da ambienti naturali puliti e intatti, spesso i turisti lasciano questi luoghi più sporchi di quanto non li abbiano trovati.
Uno studio del 2024 pubblicato sulla rivista internazionale Nature afferma che le emissioni di carbonio del turismo sono cresciute a una velocità doppia rispetto alla crescita dell'economia mondiale, arrivando a rappresentare oggi l'8,8% delle emissioni mondiali di gas serra.
I turisti lasciano dietro di sé una scia di inquinamento sulle coste
"In certe mete particolarmente apprezzate, è durante la stagione estiva che viene generato fino al 75% dei rifiuti prodotti annualmente", afferma Chloé Martin, responsabile del programma di turismo sostenibile di Plan Bleu, il centro di attività regionale francese del Piano d'Azione per il Mediterraneo del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente.
Dal cielo ai fondali marini, ogni turista lascia un segno nell'ambiente. Martin sottolinea come i viaggi aerei, gli alloggi e i rifiuti di plastica siano le principali problematiche ambientali associate al turismo costiero.
Con il turismo che deve adattarsi ai cambiamenti climatici, in che modo è possibile fare scelte più sostenibili?
Si prevede che il cambiamento climatico avrà un profondo impatto sul turismo balneare e metterà alla prova la resilienza del settore, come riporta il Blue Economy Report 2025 della UE.
L'innalzamento del livello dei mari, le estati più calde e la maggiore frequenza degli eventi meteorologici estremi stanno rimodellando l'ambiente fisico, gli ecosistemi e i servizi che sono alla base del turismo costiero.
Ciò può danneggiare la reputazione di molte destinazioni, motivo per cui la sostenibilità e l'adattabilità ai cambiamenti climatici sono oggi cruciali per molte aziende di turismo balneare.
Ma con l'aumentare della promozione delle etichette ecologiche e delle certificazioni di sostenibilità, come fare per distinguere tra cosa è veramente green e cosa è semplicemente greenwashing?
Secondo la Commissione Europea, il 53% delle green claims nell'UE sono vaghe o fuorvianti.
"Se ne fa un uso così diffuso che la gente smette di crederci", avverte Patricia Puig, esperta in conservazione marina e fondatrice di Oceanogami, una società di consulenza spagnola incentrata sulla responsabilizzazione verso gli oceani.
Martin raccomanda di verificare sempre se l'ente emittente è una società privata o un ente pubblico indipendente e se i requisiti sono chiari e disponibili al pubblico e basati su standard internazionali sottoposti a verifica periodica.
A cosa bisogna prestare attenzione quando si sceglie un'escursione per osservare i cetacei?
Quando prenotiamo un'escursione per osservare la fauna selvatica, è fondamentale fare prima qualche ricerca.
"Se guardando le foto promozionali dell'azienda vediamo un turista che tocca un animale, questa non è un'azione responsabile", avverte Puig.
Quando si ancora un'imbarcazione, un operatore responsabile preferisce ormeggiarla a una boa, ove possibile, piuttosto che ancorarla sempre nella sabbia, spiega Puig, per evitare di danneggiare il fondale marino. È poi sempre meglio tenersi a distanza dagli animali.
Come fare snorkeling e immersioni in modo responsabile?
"Siamo ospiti nell'ambiente marino", afferma Puig, ricordandoci che toccare animali o piante marine può diffondere malattie e sconvolgere gli ecosistemi.
Anche azioni apparentemente innocue, come rimuovere pezzi di corallo da portare a casa come souvenir, possono causare danni duraturi e non dovrebbero mai essere incoraggiate, soprattutto dalle aziende che affermano di essere sostenibili.
Per godere consapevolmente di queste attività, Puig consiglia di scegliere operatori certificati che collaborano con biologi marini e offrono tour a piccoli gruppi, riducendo così la pressione sull'ambiente. Suggerisce anche di utilizzare una protezioni solari non dannose per le barriere coralline.
E le moto d'acqua?
Le moto d'acqua producono emissioni e rumori che disturbano la fauna acquatica. Alcuni paesi, come la Grecia e l'Italia, stanno già limitando o vietando l'uso di moto d'acqua nelle aree costiere per proteggere sia la fauna che le comunità costiere.
"Il rumore subacqueo ha un forte impatto su qualsiasi organismo, invertebrati, coralli e pesci inclusi", ha detto Puig a Euronews. Rallentando è possibile ridurre significativamente i danni alla fauna acquatica.
Volete essere sicuri che le vostre vacanze al mare siano davvero ecosostenibili?
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