La ricerca ha rilevato che le tempeste sono fino al 15 per cento più piovose oggi rispetto al passato. Ciò causa danni maggiori a strutture e persone. la tendenza è in linea con le previsioni dell'Ipcc, secondo cui gli eventi estremi nel Mediterraneo aumenteranno
Tra la fine di marzo e l'inizio di aprile, forti tempeste hanno colpito diverse isole greche, causando inondazioni e danni significativi.
Secondo un nuovo studio di attribuzione, le forti precipitazioni che si sono verificate durante l'evento meteorologico mostrano chiari segni di un'intensificazione dei cambiamenti climatici causati dall'uomo.
"Le forti tempeste che hanno colpito la Grecia sono in linea con le proiezioni dell'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) che prevedono un aumento dei fenomeni meteorologici estremi nel Mediterraneo, a causa dell'innalzamento della temperatura superficiale del mare", spiega Tommaso Alberti, ricercatore dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
"La nostra analisi mostra una chiara tendenza: le tempeste stanno diventando più umide, amplificando i rischi di alluvione".
Una città greca registra le più alte precipitazioni in un periodo di 24 ore
Il 31 marzo, le isole di Paros e Mykonos sono state colpite da piogge torrenziali e grandinate che hanno sommerso strade e travolto veicoli.
Le autorità hanno risposto chiudendo le scuole e limitando il traffico ai veicoli di emergenza. Ai residenti e ai turisti è stato consigliato di rimanere in casa mentre i servizi di emergenza conducevano le operazioni di soccorso.
Il maltempo si è protratto fino ad aprile, colpendo in particolare l'isola di Creta.
La città portuale di Chania ha registrato le maggiori precipitazioni nell'arco di 24 ore, provocando allagamenti diffusi.
Anche altre isole, tra cui Rodi, hanno dovuto affrontare condizioni difficili, con venti fortissimi che hanno causato ulteriori distruzioni.
Il riscaldamento globale provoca un clima più distruttivo
Gli scienziati di ClimaMeter, una piattaforma che studia gli eventi meteorologici estremi in un clima che cambia, hanno condotto questo rapido studio utilizzando i dati meteorologici storici del servizio di monitoraggio della Terra Copernicus degli ultimi 74 anni.
I ricercatori hanno confrontato il comportamento di sistemi meteorologici simili alla fine del XX secolo (1950-1986) e negli ultimi decenni (1987-2023), periodo in cui gli impatti del cambiamento climatico sono diventati più evidenti.
L'analisi ha preso in considerazione anche il contributo di fenomeni di variabilità climatica naturale come El Niño, associato al riscaldamento superficiale dell'Oceano Pacifico tropicale centrale e orientale.
La ricerca ha rilevato che tempeste simili a quella che ha colpito la Grecia alla fine di marzo sono fino a 5 mm/giorno (10-15 per cento) più piovose oggi di quanto lo sarebbero state in passato.
Le fonti di variabilità climatica naturale potrebbero aver influenzato solo in parte questo cambiamento, portando gli scienziati a concludere che la tempesta è stata guidata da rare condizioni meteorologiche le cui caratteristiche possono essere attribuite principalmente ai cambiamenti climatici causati dall'uomo.
"Sebbene collegare i singoli eventi ai cambiamenti climatici sia complesso, il modello è chiaro: il riscaldamento globale determina fenomeni meteorologici più intensi e distruttivi", afferma Alberti.
"Esortiamo ad agire, sia in termini di mitigazione per ridurre le emissioni, sia di adattamento per rafforzare le infrastrutture e la preparazione in regioni vulnerabili come il Mediterraneo".