Le sue opere rimarranno esposte fino ai primi del 2020 alla biennale d'arte contemporanea di Lione
Piu che in un'esposizione d'arte sembra il laboratorio di uno scienziato pazzo, perché gli aspetti piu bizzarri e inquietanti del mondo naturale sono il soggetto preferito di Thomas Feuerstein.
Feuerstein, 50 anni, arriva da Vienna e in questi giorni sta esponendo alla biennale d'arte contemnporanea di Lione alcune delle sue sculture a metà strada tra microbiologia e cyberpunk.
Come la sua rivisitazione del mito di Prometeo, il Titano che fu punito per aver rubato il fuoco agli dei donandolo all'umanità; il cui corpo - invece che da un'aquila inviata dal capriccioso Zeus - è divorato internamente da veri e propri batteri chemiolitotrofi, trasportati nell'acqua da tubi in plastica che ne attraversano il corpo,
Batteri, cellule umane e particelle bio-chimiche sono in effetti i materiali preferiti di Feuerstein.
"Il punto - spiega lui - è che io sono uno scultore e come scultore sono interessato a materiali, processi chimici, trasformazioni molecolari. E poter raccontare una storia attraverso questi processi è un enorme arricchimento per il mio lavoro".
In un'altra sezione della mostra, lo scultore espone la riproduzione di un fegato umano realizzato all'interno di un reattore biologico grazie a una miscela di cellule epatiche e batteri. Le cellule sono anche fermentate e distillate in alcol per simulare i processi autofagi del fegato,
Le opere di Feuerstein rimarranno esposte alla Biennale di Lione fino ai primi di gennaio del 2020