La Bérénice di Racine rinasce in Barbara Hannigan

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Di Katharina Rabillon
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La soprano canadese porta in scena lo sfortunato amore della regina della Giudea al Palais Garnier di Parigi in una versione contemporanea firmata Michael Jarrell.

Una prima mondiale al Palais Garnier: l'Opéra di Parigi festeggia il 350° anniversario della sua fondazione con un capolavoro nuovo di zecca: "Bérénice" di Michael Jarrel. Il compositore svizzero per il suo libretto si è ispirato alla tragedia seicentesca di Racine.

Il complesso ruolo della protagonista è interpretato dalla soprano per eccellenza della musica contemporanea: Barbara Hannigan. Jarrell ha chiaramente pensato a lei, nel comporre la musica. L'artista canadese non ci ha messo molto ad accorgersene, dice: "Quando ho visto lo spartito ho pensato che sotto molti punti di vista era stato chiaramente scritto per me. Contiene tutto il virtuosismo che piace a me, le mie note alte, le mie note basse... Ma c'è anche il marchio del compositore, che è molto, molto forte, e attraverso questo devo diventare il personaggio che ha creato".

Un marchio che si riflette nello stile che, dice Jarrell, "All'inizio è piuttosto posato, poi si passa rapidamente a quest'altro modo di cantare, molto nervoso, con piccole figure che si ripetono, e che rappresentano l'angoscia della protagonista che comincia a capire che sta perdendo il controllo".

Al centro dell'opera è l'amore tragico fra la regina della Giudea Berenice e Tito che, diventato imperatore, rinuncia a lei per dovere verso Roma.

Titus et Bérénice s’aiment, tentent et refusent de se comprendre... "Bérénice" de Michael Jarrell, dès le 29 septembre au Palais Garnier : bit.ly/2NsUwLd

Publiée par Opéra national de Paris sur Mercredi 26 septembre 2018

Il regista Claus Guth per la sua messa in scena si è concentrato sulla profondità dei personaggi: "Ho voluto mostrare che Berenice intuitivamente sa fin dall'inizio che cadrà, che perderà, ed è per questo che ho integrato nella pièce alcuni flash video che mostrano che in fondo sa di essere condannata".

Una profondità che cerca anche la soprano che la interpreta: "Sono alla costante ricerca di chi sia questa Berenice e di che genere di relazione abbia con Tito, che ama, e di che cosa ci sia nella sua anima. Decide che deve lasciare Tito, e mi piace questa sorta di lento svanire alla fine, perché l'amore non muore, l'essere umano non muore, la relazione non muore. Eppure qualcosa svanisce, e trovo questo molto poetico".

E Jarrell conclude: "Il fatto che non ci siano più possibilità dà una certa poesia dell'amore piuttosto forte, qualcosa di molto puro, di sovrannaturale".

"Bérénice" di Michael Jarrell è in scena al Palais Garnier di Parigi fino al 17 ottobre.

Risorse addizionali per questo articolo • Versione italiana e web: Selene Verri

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