La soprano svedese Nina Stemme e il basso tedesco René Pape sono tra i più ricercati interpreti wagneriani del nostro tempo. In questo bonus, parlano della loro esperienza in Parsifal.
La soprano svedese Nina Stemme e il basso tedesco René Pape sono tra i più ricercati interpreti wagneriani del nostro tempo. In questo bonus, parlano della loro esperienza in Parsifal.
Stemme ricorda: "Non so se l'avessi sentita prima di quando ho lavorato a Bayreuth, ma ero andata ad assistere alla prova generale e sono rimasta completamente sconvolta, soprattuto dal primo atto. La musica per me era un mondo di suoni completamente nuoto, soprattutto in quell'auditorium a Bayreuth. Poi abbiamo usato il primo atto per far addormentare la nostra prima figlia, che era appena nata, come una ninna nanna molto lunga".
Anche Pape ha memorie forti legate a quest'opera: "Ricordo l'epoca in cui studiavo il ruolo di Gurnemanz. È stato un periodo molto intenso. Se aprite la partitura e la sfogliate vedrete che non finisce mai, almeno nel primo atto il ruolo di Gurnemanz è enorme. Ricordo bene le prove generali nel 2003 a New York. Durante il periodo delle prove pensavo sempre: Ok, se arrivi alle ultime parole, alla fine del terzo atto, 'Mezzogiorno, l'ora è giunta, signore permetti al tuo servo di guidarti'... a quel punto il peggio è passato, è fatta. Ma quando ci sono arrivato alle prove finali, ero in uno stato mentale talmente positivo, come se fossi in trance, che volevo continuare a cantare, e mi sono chiesto: perché è finita?"
"Quando sono sul palco - conclude Stemme - sono immersa nella mia parte. È estenuante, dopo sei completamente sfinita ma non lo senti perché stai pompando adrenalina, ed è così che dev'essere perché penso che il pubblico voglia sentire il sacrificio artistico che facciamo sul palco, che voglia sentire quanto diamo di noi".