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Rapporto Kpmg: le grandi aziende puntano sull'IA ma non dimenticano gli standard Esg

Il quartiere finanziario di Francoforte, in Germania, il 9 aprile 2025
Il quartiere finanziario di Francoforte, in Germania, il 9 aprile 2025 Diritti d'autore  Martin Meissner/Copyright 2025 The Associated Press. All rights reserved
Diritti d'autore Martin Meissner/Copyright 2025 The Associated Press. All rights reserved
Di Una Hajdari
Pubblicato il
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Sebbene le prospettive economiche globali rimangano incerte, i dirigenti delle grandi aziende puntano su IA e talento, destinando anche parte dei loro budget alla sicurezza informatica e alla conformità normativa, senza dimenticare gli standard ambientali, sociali e di governance

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Gli amministratori delegati delle grandi aziende stanno accelerando gli investimenti nel settore dell'intelligenza artificiale, mentre cercano opportunità in un contesto economico turbolento. Ad indicarlo è il Global Ceo Outlook di quest'anno, pubblicato da Kpmg.

La fiducia nell'economia mondiale è scesa al livello più basso degli ultimi cinque anni, ha dichiarato il rapporto della società di consulenza, secondo la quale il valore è oggi al 68 per cento, in calo rispetto al 72 per cento di un anno fa. Ciò sebbene i dirigenti rimangano fiduciosi sulle loro aziende e sui potenziali profitti.

"In definitiva, i leader che possono abbracciare la volatilità del mercato e concentrare gli investimenti nelle aree strategiche giuste per la loro organizzazione saranno quelli meglio posizionati per sbloccare nuove opportunità e costruire una crescita sostenibile e a lungo termine", ha affermato Bill Thomas, presidente e amministratore delegato di Kpmg.

Per redigere il rapporto, la multinazionale ha intervistato 1.350 amministratori delegati tra il 5 agosto e il 10 settembre 2025, che operano in undici mercati e in dodici settori. Tutti i partecipanti guidano aziende con ricavi annuali superiori a 500 milioni di dollari (428,87 milioni di euro). Dei Ceo intervistati, il 61 per cento prevede una crescita degli utili di almeno il 2,5 per cento nei prossimi tre anni, e il 79 per cento si dice ottimista sulle prospettive delle proprie imprese.

In particolare, la finestra di ritorno sugli investimenti si sta accorciando, con il 67 per cento degli intervistati che prevede un periodo di uno-tre anni: un netto cambiamento rispetto al 2024 quando la maggioranza prevedeva da tre a cinque anni. Il che conferma come, nonostante la cautela sulle prospettive dell'economia globale, permane un discreto ottimismo per quanto riguarda i risultati aziendali.

IA, IA e ancora IA. Ma gli amministratori delegati ammettono i rischi etici

Il rapporto ha anche evidenziato che il 71 per cento degli amministratori delegati ritiene l'intelligenza artificiale una priorità di investimento (rispetto al 64 per cento dell'anno scorso). Non a caso, il 69 per cento sta destinando il 10-20 per cento dei propri budget proprio a tale comparto. Le risposte indicano che queste nuove tecnologie non rappresentano più solo un progetto secondario, bensì un elemento centrale della strategia aziendale.

La rivoluzione dell'IA sta influenzando anche le decisioni sulle assunzioni, sottolinea il rapporto di Kpmg, con il 59 per cento degli amministratori delegati che sta attivamente ridistribuendo il personale da ruoli tradizionali a posizioni legate all'IA. Il 41 per cento ha ammesso che ci saranno anche licenziamenti in alcune aree legate al cambiamento tecnologico.

Al contempo, il 77 per cento concorda sul fatto che la prontezza della forza lavoro nell'IA e la riqualificazione influenzeranno materialmente la prosperità nei prossimi tre anni, ma il 70 per cento avverte che la competizione per i talenti in ambito IA potrebbe limitare il successo.

Sebbene gli investimenti nell'IA stiano insomma crescendo rapidamente, i Ceo sono anche consapevoli dei "rischi non banali" associati all'affidamento così pesante su questa tecnologia. Il 59 per cento cita considerazioni etiche legate ai modelli avanzati come una sfida chiave, e il 50 per cento sottolinea la mancanza di regolamentazioni chiare o approfondite sull'uso dell'IA e delle sue applicazioni.

Pianificazione per la volatilità

Al di là della tecnologia, i dirigenti stanno riadattando la loro strategia in un mondo più volatile. Il 72 per cento ha modificato i piani di crescita per affrontare potenziali shock, e molti stanno puntando su fusioni e acquisizioni, con l'89 per cento che prevede tali operazioni avranno un impatto moderato o significativo nei prossimi tre anni. In tempi di incertezza, proprio le fusioni e acquisizioni possono aiutare a diversificare le fonti di reddito, espandere la portata geografica di un'azienda, costruire economie di scala e offrire sinergie per abbattere i costi.

Dopo anni di shock nelle catene di approvvigionamento e di problemi di sicurezza informatica, i Ceo ora guardano ogni euro e dollaro speso attraverso una lente di rischio. Così, gli investimenti non mancano nella sicurezza informatica e nella resilienza digitale (39 per cento), conformità normativa e reporting (36 per cento), e l'integrazione dell'IA (34 per cento).

Gli standard Esg non sono scomparsi

Nel frattempo, gli standard Esg (ambientali, sociali e di governance) non sono stati eliminati dalle agende. Il 61 per cento dei dirigenti ha dichiarato di essere sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette entro il 2030, rispetto al 51 per cento di un anno fa. Mentre Kpmg ha notato che i leader "rimangono fortemente impegnati nelle questioni Esg", ha aggiunto che alcune aziende potrebbero aver modificato le tappe intermedie per adattarsi a una strategia di sostenibilità "più realistica".

L'esecuzione degli obiettivi ambientali, sociali e di governance rimane una sfida e uno degli ostacoli più difficili è la decarbonizzazione delle catene di approvvigionamento, citata dal 25 per cento dei Ceo. Il 21 per cento ha inoltre affermato che mancano le competenze e l'esperienza necessarie per trovare soluzioni sulla sostenibilità, mentre il costo di implementazione sembra essere un problema minore, con solo l'11 per cento che lo considera un problema.

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